Post-Covid: il 56% soffre di disagio psicologico

Attesa, voluta, e ora nel vivo, l’estate 2021 è l’occasione per allentare molte tensioni. Ma la pandemia ha lasciato importanti strascichi psicologici nei bresciani. E ha aggiunto un carico da novanta su molte altre situazioni di ansia, stress e difficoltà personali, al punto che ben uno su due (56%) guarda oltre e pensa che potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta per migliorare la condizione mentale e gestire certe situazioni complesse. Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare. È l’ansia la prima ragione che porterebbe gli abitanti di Brescia dallo psicologo (46%), condizione in questo momento prioritaria rispetto a tutto il resto. Tra le altre esigenze, i problemi di coppia (18%) gli aspetti caratteriali e della personalità (6%) e le dinamiche legate all’attività lavorativa (6%). Per molti, insomma, lo psicologo resta ancora un tabù. Questione, ammettono gli stessi bresciani, di imbarazzo (30%) ma anche di poca sensibilità al tema (12%) e una certa tendenza a sottovalutare l’importanza della sfera mentale nella propria vita (30%). Quasi uno su due (44%) vorrebbe che fosse il datore di lavoro a mettere a disposizione lo psicologo come forma di welfare aziendale.

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