«Questa Sars non sarà l’ultima: prepariamoci»

Francesco Castelli
Francesco Castelli
Francesco Castelli
Francesco Castelli

«La guerra non è finita». Spegne ogni illusione la conclusione dei tre Pomeriggi della Medicina sul Covid 19, ma lascia uno spazio di prospettiva e affida una possibilità di salvezza alla nostra responsabilità, individuale e collettiva, e alla capacità di instaurare un rapporto diverso con la natura. Il messaggio è arrivato ieri dal terzo incontro al San Barnaba con Francesco Castelli, prorettore vicario della Statale, direttore della Clinica di Malattie Infettive e Tropicali dell’Asst Spedali Civili, titolare di Cattedra Unesco, e Francesco Donato, ordinario di Igiene, responsabile dell’Unità di Igiene dell’Asst, affiancati dalla consigliera comunale Donatella Albini e da Ottavio Di Stefano, presidente dell’Ordine dei Medici che ha organizzato il ciclo. Castelli ha descritto le pandemie sempre esistite, tra le più dure la peste del Trecento, 20 milioni di morti, un terzo della popolazione europea, quando fu inventata la parola «quarantena», allora inflitta alle navi in arrivo a Venezia, e la Spagnola agli inizi del 1900, con un numero di decessi altissimo. «Il XX e XXI secolo hanno visto una forte accelerazione e le cause ci sono ancora tutte, l’aumento demografico e il relativo bisogno di animali, gli spostamenti incrociati, l’urbanizzazione, il riscaldamento globale col suo “giro“ di insetti. L’Oms, proprio nel 2019, aveva lanciato l’allarme sul pericolo virus, puntualmente confermato. Questa Sars, 251 milioni di casi, 5 milioni di croci, attualmente prima causa di morte in Europa, non è la prima e non sarà l’ultima». Che fare? «Vaccinarsi, stare dalla parte della scienza è la risposta che abbiamo ora, lo provano i numeri non le parole». Ma il rischio virale non è il solo, secondo Castelli, ci sono pure le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, particolarmente in Italia, dove, per colpa dell’uso che se ne è fatto, si conta un terzo di tutti i decessi europei. Non è finita, Francesco Donato ha aggiunto lo spettro delle malattie croniche nella popolazione che invecchia, diabete, alzheimer, patologie vascolari, cancro. «A Brescia ben il 40% degli abitanti ha una malattia cronica». La soluzione per vivere a lungo e in buona salute? Politiche di prevenzione, stili di vita, no a tabacco e alcol, cibo sano, movimento. «Non solo parole: studi ed esperienze in alcuni Paesi lo provano». Per Donato anche questo è lotta al Covid: «Il 90% dei deceduti aveva una patologia cronica». M.Bi.

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