Resta il grande nodo-trasporti «Difficile garantire la sicurezza»

Un autobus  affollato di studenti
Un autobus affollato di studenti
Un autobus  affollato di studenti
Un autobus affollato di studenti

Riaprono le scuole di ogni ordine e grado per il 100 per cento degli studenti. Ma il virus ancora imperversa, e Brescia resta a chiedersi come garantire le distanze di sicurezza sui mezzi pubblici. Quegli stessi mezzi già finiti sul banco degli imputati nei mesi scorsi per essere stati veicolo di contagio nonostante la capienza ridotta. Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto chiaro che dal 26 aprile tutti saranno in classe nelle zone gialle e arancioni. Ora delle due l’una: o si rinuncia al distanziamento e si fa finta che il Covid non ci sia , o si fanno due turni d’ingresso veri, con metà degli studenti per ciascuno, sperando che per l’extraurbano basti. Altre soluzioni non esistono. Il Tpl bresciano non può portare tutti gli studenti alle 8 con la capienza dei mezzi al 50 per cento. Ora che tutti devono tornare in classe, non ci sono i numeri. Per la città, il direttore generale di Brescia Mobilità Marco Medeghini trova possibile garantire il distanziamento a tutti gli studenti, a patto che le scuole adottino il doppio turno a distanza di un’ora. Per la provincia le cose sono più complicate. «Non vorrei che il modello immaginato a Roma fosse esclusivamente quello urbano dei trasporti ad elevata flessibilità e cadenzamento frequente», dice il presidente dell’Agenzia del Tpl Claudio Bragaglio. Il quale non si nasconde che per Brescia la partita più delicata è proprio quella che si gioca in provincia, e anche con quella parte di Tpl extraurbano che porta ogni mattina nelle superiori della città 16 mila studenti dai paesi. «Il primo punto da chiarire è se il distanziamento e la capienza ridotta dei mezzi restano», sottolinea Bragaglio mentre precisa che «una delle criticità più rilevanti ha riguardato la capienza all’80 che si è rivelata molto difficile da garantire». Conferma pure che l’esperienza del doppio ingresso già praticata «porta con sé qualche problema». Nei fatti, «le scuole hanno scelto il secondo ingresso mediamente per il 30 per cento degli studenti in presenza – precisa –, non per il 50 ipotizzato, e ciò ha determinato il sovraccarico del primo turno». Dunque i problemi resteranno, «a meno che non venga eliminata la limitazione della capienza dei mezzi». Tanto per capire, il sistema studiato per mesi al web time prefettizio prevedeva per le superiori il doppio turno a distanza di due ore, combinato a una quota di Dad che in teoria avrebbe dovuto interessare la metà degli studenti e nella realtà si è tradotta nelle percentuali più diverse a seconda degli istituti. Secondo Bragaglio l’obiettivo del 100 per cento di presenze in classe «andrebbe commisurato alla effettiva potenzialità del Tpl». Il che significa quantomeno «prevedere un periodo di gradualità per fare in modo che non si determinino situazioni di possibile contagio, tali da ripercuotersi negativamente sulla riapertura delle scuole stesse. È assolutamente indispensabile che il tutto avvenga con la certezza di non produrre contagio, alle fermate e nel trasporto».•. M.Var

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