caro bollette

Si impenna il teleriscaldamento. «A Brescia rincari fino al 121%»

di Irene Panighetti
Appello al Comune: «Far pressione su A2A perché riveda gli aumenti. Le utenze non sono collegate al reddito, pericolo sfratti e morosità»
Una centrale di cogenerazione per il teleriscaldamento
Una centrale di cogenerazione per il teleriscaldamento
Una centrale di cogenerazione per il teleriscaldamento
Una centrale di cogenerazione per il teleriscaldamento

Il caro bolletta non risparmia il teleriscaldamento. Gli aumenti delle spese per le famiglie bresciane preoccupano particolarmente anche le organizzazioni sindacali degli inquilini e quelle dei consumatori. Che sperano in un ripensamento di A2A, soprattutto tenendo conto di una peculiarità tutta bresciana. I sindacati e Legambiente fanno notare che qui «gran parte dell’energia fornita ai fabbricati attraverso la rete del teleriscaldamento, gestita dalla multiutility, deriva da fonti rinnovabili e solo in modo irrisorio dall’utilizzo di idrocarburi. Eppure A2A ha già aumentato le tariffe del 2022 del teleriscaldamento, e secondo noi questa è una scelta poco etica nei confronti dei cittadini».

«Nel termoutilizzatore continua a entrare combustibile (i rifiuti) per cui A2a non paga e da lì escono calore ed energia elettrica. Anche quest’ultima viene pagata come se fosse prodotta col gas - spiega Danilo Scaramella, presidente di Legambiente -. È del tutto evidente come l’azienda si stia facendo forte di una situazione, per lei, molto favorevole».

Come è stato spiegato in una conferenza stampa, la quota a consumo della tariffa binomia «è aumentata del 50,83 per cento dal 31 dicembre 2021 al 1° gennaio 2022. Nel giro di un anno, la quota a consumo della tariffa binomia per impianti centralizzati è aumentata del 121 per cento. Questo si traduce in un incremento di circa il 70 per cento della spesa annua di riscaldamento per i condomini». Non se la passano molto meglio - hanno aggiunto i rappresentanti dei sindacati - «i residenti in alloggi monofamiliari per i quali la tariffa monomia è aumentata in un anno, sempre secondo i dati diffusi dai sindacati, del 56 per cento comprensivo dell’ultimo incremento di capodanno della tariffa monomia è stato del 35 per cento mentre quello su base annuale è stato del 56,68 per cento».

I sindacati degli inquilini aggiungono inoltre che questa situazione sarà pagata soprattutto dai cittadini più che abitano negli alloggi Aler, o comunali a canone concordato: «le utenze non sono collegate al reddito come l’affitto, quindi la morosità dei singoli facilmente prevedibile ricadrà su Aler e sul pubblico – sottolinea Simone Cardin segretario del Sunia-Apu/Cgil – ci rivolgiamo, oltre che al sindaco, anche agli assessori alla casa e ai servizi sociali, perché questi ennesimi rincari rischiano di aumentare ulteriormente l’attivazione di nuove procedure di sfratto, che dovranno essere gestiti ancora da questi assessorati con denaro pubblico. Denaro che potrebbe essere risparmiato e soprattutto risparmiati nuovi drammi famigliari aggravati anche dai costi legali della inesorabile macchina burocratica degli sfratti e delle aste giudiziarie degli immobili di proprietari di prima e unica casa con mutuo insolvente».

Sono indignati anche i rappresentanti dei consumatori: «Sul costo del metano in sé non abbiamo modo di verificare, non sappiamo il contratto che le aziende erogatrici hanno con quelle di fornitura: manca trasparenza», aggiunge Romano Rebuschi presidente di Federconsumatori, mentre il presidente di Adiconsum Giovanni Punzi chiede trasparenza sul costo unitario: «Da agosto A2A non indica più il costo unitario cosicchè non possiamo verificare la fatturazione».

La richiesta all’amministrazione è che questa «faccia pressione sulla partecipata del Comune perché ritiri almeno l’incremento del 50 per cento sulla tariffa a consumo della binomia deciso, senza nemmeno avvisare, dal 1° gennaio», precisa Emanuele Gilberti del Sicet-Cisl. Da parte sua Santo Bolognesi di Uniat-Uil constata: «A2A è un’azienda con partecipazione pubblica, è vero che è nata per fare business ma ci aspettavamo che adottasse, in questa situazione di pandemia, un atteggiamento più etico».

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