Strage Cottarelli,
processo rinviato
«ragioni d’ufficio»

di M.P.
La famiglia Cottarelli sterminata a Brescia il 28 agosto 2006, da sinistra: Luca, Angelo e Marzenne
La famiglia Cottarelli sterminata a Brescia il 28 agosto 2006, da sinistra: Luca, Angelo e Marzenne
La famiglia Cottarelli sterminata a Brescia il 28 agosto 2006, da sinistra: Luca, Angelo e Marzenne
La famiglia Cottarelli sterminata a Brescia il 28 agosto 2006, da sinistra: Luca, Angelo e Marzenne

Le righe, nella notifica, sono poche, anzi pochissime. Gli anni, invece, sono già 12. Per una vicenda giudiziaria non è certamente poco. Soprattutto se si considera che ci si apprestava a celebrare il quarto processo d’appello.

OGGI, DAVANTI AI GIUDICI della corte d’assise d’appello di Milano si sarebbe dovuto presentare Salvatore Marino, coinvolto con il cugino Vito Marino nella vicenda giudiziaria della strage della famiglia Cottarelli. Il 28 agosto 2006, nella villetta di Urago Mella in cui vivevano vennero uccisi Angelo Cottarelli, sua moglie Marzenne e il figlio Luca. La condanna nei confronti di Vito Marino, dopo la pronuncia della Cassazione del 5 ottobre scorso è diventata definitiva. Vito Marino è attualmente latitante. Il nuovo processo d’appello - il quarto, appunto, per Salvatore Marino - era fissato per oggi Milano. Ma tutto è stato rinviato a data da destinarsi per ragioni d’ufficio. La cancelleria, ieri interpellata in merito, ha spiegato che «ci sono da fissare altri processi con detenuti», che rispetto a imputati in stato di libertà, come Salvatore Marino, hanno la priorità. Per questo bisognerà attendere ancora. Ma l’attesa è pesante per chi chiede giustizia per la famiglia Cottarelli. Ai processi, in questi lunghi anni, era sempre stato presente Mario Cottarelli, fratello di Angelo: è scomparso nell’aprile scorso, senza che la vicenda giudiziaria approdasse a una conclusione. Ma, certamente, la situazione è pesante anche per Salvatore Marino che si presenta per la quarta volta davanti ai giudici di secondo grado, dopo l’assoluzione in primo e le successive tre sentenze della Cassazione.

NEL CASO non sono coinvolti solo i due cugini trapanesi, ma anche Dino Grusovin. Dopo l’assoluzione in primo grado al termine del processo con rito abbreviato, è stato condannato a 20 gradi in appello e la condanna è diventata definitiva. Vito e Salvatore Marino, invece, erano stati assolti al termine del processo in dibattimento, nel 2008. Poi la condanna all’ergastolo, in appello a Brescia, seguita dal nuovo processo disposto dalla Cassazione. Il secondo appello, a Milano si è concluso con la nuova condanna al carcere a vita. Ma anche in questo caso la Cassazione ha annullato disponendo un nuovo processo. Ed è arrivato il terzo ergastolo. Nel terzo grado di giudizio è diventata definitiva la condanna per Vito Marino, mentre per Salvatore è stato diposto un nuovo processo. Quando, non è dato sapere. Certamente, non oggi.

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