IL CASO

Tampone «negativo»? Niente volo per Londra

Una 22enne di Acquafredda non ha potuto imbarcarsi perché l'esito non era tradotto in inglese.
Veronica Veronesi  la studentessa bloccata all’aeroporto di Linate
Veronica Veronesi la studentessa bloccata all’aeroporto di Linate
Veronica Veronesi  la studentessa bloccata all’aeroporto di Linate
Veronica Veronesi la studentessa bloccata all’aeroporto di Linate

Invece di «negativo» doveva esserci scritto l'equivalente inglese «negative». È per questo che venerdì scorso Veronica Veronesi, 22enne di Acquafredda, è stata rispedita a casa dalla British Airways davanti al «gate» per l'imbarco a Linate.

Era diretta in Inghilterra, ma quando gli steward di terra le hanno detto che il certificato dell'Ats andava tradotto in inglese non ci ha creduto. Dopo attimi di smarrimento ha tentato l'impossibile con la burocrazia italiana: ha chiesto ad Ats la versione inglese. Figuriamoci, in Italia una richiesta di pochi minuti normalmente nemmeno viene presa in considerazione. E invece Ats manda dopo poco anche la versione inglese del tampone di Veronica. Tutto ok? Macché, ormai il check-in è chiuso e non si può imbarcare. «È stato un pugno nello stomaco – spiega Veronica, che era stata accompagnata dalla mamma Annamaria Ferrari -. Ho scomodato mia madre, speso soldi per auto, autostrada, parcheggio e pasto e mi sono trovata a che fare con una vicenda che ha sconvolto anche altre famiglie».

Infatti insieme a loro anche altre famiglie italiane sono state bloccate per il medesimo problema. «Abbiamo insistito tanto – continua Veronica che studia psicologia all'università di Bournemouth – ma non c'è stato verso di imbarcarmi. L'unica concessione è stata quella di tenermi valido il biglietto per il giorno dopo e così sabato è stato possibile partire. Per me e per mia madre è stata un'esperienza mortificante. Temo che questi siano gli effetti indiretti della Brexit: burocrazie che non si parlano e un integralismo che non sa distinguere “negative” da “negativo”».

Il fatto ha dell'inquietante tanto più se si considera il caso di medici o pazienti con viaggi di urgenza in Inghilterra: quel “negative” potrebbe addirittura costare una vita umana. Roberto Siani, del comitato consumatori di Mairano: «Una vicenda inqualificabile e inaccettabile per la quale auspichiamo una risposta dalle autorità inglesi in Italia». Veronica ricorda che non è sufficiente il «negative»: alcune famiglie sono state scartate per non aver prenotato prima della partenza il tampone a 2 e 8 giorni una volta arrivati in Inghilterra. •. M.Ma.

Suggerimenti