Un milione per
4mila famiglie
senza lavoro

di Magda Biglia
Uno dei pasti da asporto preparati per i poveri alla mensa «Menni» durante il lockdown
Uno dei pasti da asporto preparati per i poveri alla mensa «Menni» durante il lockdown
Uno dei pasti da asporto preparati per i poveri alla mensa «Menni» durante il lockdown
Uno dei pasti da asporto preparati per i poveri alla mensa «Menni» durante il lockdown

Grazie al Ristori ter del Governo, con un milione di euro, il Comune può dare un secondo sostegno una tantum alla platea di nuovi poveri creata dalla pandemia. Un sostegno per i bisogni di base, il cibo e l’igiene personale a più di 4mila bresciani. Una platea vasta, se si pensa che non si tratta di persone già seguite dai Servizi sociali né di persone in cassa integrazione o con reddito di cittadinanza di un certo peso. Si tratta di cittadini che sono rimasti senza un’occupazione saltuaria oppure che hanno chiuso un’attività, si tratta di molti di coloro che facevano, come si dice, dei lavoretti per vivere, loro e i figli, svaniti nel nulla. In aprile con l’operazione definita dei Buoni spesa - 660mila euro aggiunti al fondo SOStieni Brescia ad integrare il milione nazionale -, si era provveduto a sostenere 5046 famiglie su 6800 domande, un numero sei volte quello delle normali richieste ai Servizi. Stavolta, visto che sono passati pochi mesi, per accelerare i tempi burocratici, risparmiando tempo e guardando al Natale, si è stabilito di non emettere un nuovo bando ma di confermare il gruppo di riferimento ripulito solo dai cambi di residenza. I destinatari sono diventati così 4465 ma, contando nella media un nucleo di tre persone, saranno alle fine oltre 13mila teste. Il contributo verrà caricato sulla tessera sanitaria il giorno 15 dicembre, spendibile dal 18 nei punti convenzionati elencati sul sito comunale e sui social media, ma solo per acquistare prodotti da mangiare e saponi, come richiede il fondo di solidarietà alimentare. Una telefonata dal numero 03030 e un sms daranno conto dell’avvenuto caricamento. Sono 100 euro per una persona, 168 per due, 235 per tre, più 34 euro per ogni persona aggiunta, 100 se ha meno di tre anni. La distribuzione, grazie alla collaborazione informativa dei Consigli di quartiere e dei Punti Comunità, sarà capillare come in primavera. «SE NEL FRATTEMPO qualcun altro si trovasse in condizione di indigenza, o avesse difficoltà più complesse, può rivolgersi ai nostri uffici. Per i quali l’utenza è aumentata soltanto del 7 per cento in questi mesi, dimostrando che molti sono stati gli ammortizzatori messi in campo per l’urgenza da più parti e soprattutto dall’ente per tante e diverse necessità, dall’affitto ai funerali, con una risposta efficace di Brescia alla grave crisi che si è abbattuta con il Covid 19», hanno sottolineato ieri, in una conferenza stampa, il sindaco Emilio Del Bono e l’assessore competente Marco Fenaroli. Al problema del non aver di che sfamarsi si aggiunge spesso quello di non avere un tetto, come accaduto ad esempio a molte badanti. Ed è per questo che, nel bilancio sociale, rispetto al dramma dei senza fissa dimora che viene acuito dalle chiusure, sono stati resi stabili i posti nei dormitori dell’emergenza freddo per tutto l’anno non solo come prima da novembre ad aprile. Un centinaio si posti a cui stanno per sommarsene altri 50. «Non una pura accoglienza- ha precisato il sindaco- ma, tramite i nostri operatori, un accompagnamento di prospettiva, un avviamento al lavoro, per uscire dalla situazione di miseria e ritrovare l’autonomia». « Accompagnamento che è uno dei compiti a livello locale e centrale per una ripresa sociale dopo quella sanitaria», ha ribadito Fenaroli. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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