Università e lavoro, Brescia non brilla

di Simone Fausti

Medicina al top, mentre per Economia, Ingegneria e Giurisprudenza luci e ombre. È il quadro dell’Università degli studi di Brescia messa a confronto con atenei delle altre province vicine che emerge dall’ultimo rapporto del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei neolaureati. Nei dati va precisato che non sono compresi quelli dell’Università Cattolica, del Politecnico di Milano e della Bocconi che non aderiscono al consorzio. Complessivamente, tra coloro che si sono laureati nel 2017 all’Università di Brescia, dopo un anno il 69% ha un’occupazione retribuita. Tra gli occupati, il 74,3% è impiegato nel settore dei servizi e il 24,6% nell’industria, mentre il 36,1% ha un contratto a tempo determinato e solo il 25,2% è riuscito ad ottenere un lavoro a tempo indeterminato. In linea dunque con il dato a livello nazionale: in tutto il Paese infatti la forma contrattuale a tempo determinato riguarda più di un terzo degli occupati a un anno dalla laurea. La retribuzione mensile netta, in media, è pari a 1330 euro: gli uomini guadagnano in media quasi 100 euro in più delle controparti femminili (1378 contro 1284). Considerando singolarmente le quattro categorie disciplinari presenti all’Università di Brescia, cioè l’ambito giuridico, medico, ingegneristico ed economico-statistico, il quadro appare un po’ differenziato se raffrontato con gli atenei di altre città vicine come illustrato nella tabella pubblicata a lato. Ne esce una sorta di mappa su quale sia la città dove è meglio laurearsi. Si tratta naturalmente di indicatori relativi ma utili per scegliere l’università alla quale iscriversi. Non è detto che fare l’università vicino a casa sia sempre la scelta migliore. PER GIURISPRUDENZA, i neolaureati «bresciani» hanno impiegato in media appena 2,4 mesi per trovare un lavoro e solo il 6,3% di loro è disoccupato a un anno dalla laurea. Se si considera il tasso di occupazione Brescia col 61,7% però è molto lontana dalle performance di Padova (68,6), Milano (67,6) e Bergamo (66,4). Per quanto riguarda la categoria di contratto, Brescia guida invece la classifica degli indeterminati, con il 29,4% dei laureati in giurisprudenza che dopo 12 mesi sono riusciti a ottenere un contratto a tempo indeterminato. Prima posizione anche in termini di retribuzione netta mensile, pari a 1237 euro. L’ambito medico è quello in cui l’Università degli Studi di Brescia porta a casa più record. Tra i laureati del 2017 infatti, dopo un anno dal conseguimento del titolo di studio, ben l’84,5% ha un’occupazione retribuita e costoro in media hanno impiegato appena 1,7 mesi per trovare lavoro. Buon risultato anche sul versante retributivo, con uno stipendio medio mensile pari a 1465 euro. Su una scala da 1 a 10, i neolaureati nel settore medico valutano con 7,9 la soddisfazione per il lavoro svolto e solo il 26,1% di chi ha già un impiego cerca un’altra occupazione. Se ci si sposta a economia il tasso di occupazione è del 61,8%, inferiore di qualche punto percentuale rispetto ad altri atenei come Bergamo (66,4) e Verona (64,3) ma superiore a Milano Bicocca (60,8), dunque complessivamente nella media. Tuttavia in termini di stipendio percepito a un anno dalla laurea, l’ateneo bresciano occupa le ultime posizioni, con 1233 euro in media al mese. INFINE, considerando l’ambito ingegneristico, anche in questo caso il tasso di occupazione per i neolaureati a Brescia è del 58,4% dietro solo a Bergamo (61%), anche se va ricordato che manca il Politecnico. L’ateneo milanese, la notizia è di questi giorni, è il primo in Italia nella classifica del World University Rankings. Tornando a Brescia tra gli ingegneri occupati il 35% ha un contratto a tempo indeterminato, valore inferiore unicamente a Bergamo. La retribuzione media mensile non supera i 1342 euro e per le donne questo valore si ferma a 1206 euro rispetto ai 1385 percepiti dagli ingegneri di sesso maschile. In conclusione dunque per i laureati bresciani, il settore medico conquista il podio sia per quanto riguarda il tasso di occupazione, superiore di circa 20 punti percentuali rispetto agli altri settori disciplinari, ma anche in termini di redditività, dal momento che con uno stipendio medio mensile pari a 1465 euro, il medico risulta essere il ruolo più redditizio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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