Uno Zoo di fotografie per far rivivere il passato

Due giraffe in una delle fotografie di Giambelli che rievocano lo zoo
Due giraffe in una delle fotografie di Giambelli che rievocano lo zoo
Due giraffe in una delle fotografie di Giambelli che rievocano lo zoo
Due giraffe in una delle fotografie di Giambelli che rievocano lo zoo

Il Giardino Zoologico del castello di Brescia fu istituito nel 1912. Durante la seconda guerra mondiale venne chiuso e chiuso ci rimase per altri 10 anni dopo la fine del conflitto. Riaprì nel 1955, in seguito alla donazione di due leoncini da parte del domatore di animali feroci, Darix Togni, titolare dell’omonimo Circo, che all’epoca era così prestigioso da essere definito «nazionale». Darix Togni, che di Brescia era grande amico, come lo era dell’allora sindaco Bruno Boni, chiamò Ciro, che era il nome di battaglia del primo cittadino, uno dei cuccioli. Ai due leoni si aggiungeranno elefanti, pinguini, scimmie, giraffe, cervi, daini, foche, orsi, lama, cammelli, tigri e varie tipologie di ovini. Lo Zoo di Brescia crescerà di anno in anno diventando negli anni sessanta la meta finale delle passeggiate dei bresciani e parte delle scoperta di Brescia dei turisti. La seconda vita dello Zoo tuttavia non sopravvisse a lungo alle pressioni dei movimenti animalisti, ad una cultura che non tollerava più lo spettacolo degli animali in cattività. Verso la metà degli anni Settanta lo Zoo versava già in cattive acque economiche, l’interesse era scemato e con l’interesse anche i visitatori. Restò comunque aperto per gran parte degli Ottanta, fino all’’88 quando dopo una raccolta di firme. i cancelli vennero definitivamente chiusi. Di quella stagione, molti che erano bambini allora, conservano le fotografie scattate davanti alle gabbie degli animali. Ed è ritrovando uno di questi vecchi e ingialliti scatti che il fotografo e musicista Rolando Giambelli ha avuto l’idea di proporre una sorta di riedizione virtuale del giardino zoologico, un tour fotografico con immagini di animali proiettate su scorci dell’area fortificata, da sistemare in alcuni punti del Castello e così rievocare una stagione. La stagione degli animali in castello, che stavolta, nella finzione fotografica, saranno liberi dalle inferiate che allora li condannavano ad una vita in pochi metri. «È grazie al ritrovamento di una foto scattata negli anni ’50 da un fotografo del circo Togni, nella quale sono con mio fratello Tristano e mia nonna Teresa e tengo in braccio un leoncino, che mi è venuta l’idea di riproporre per il nostro Castello, un Giardino Zoologico con le figure a grandezza naturale di tutti gli animali che grandi e piccini potranno ancora ammirare in quel contesto, e ricordare per sempre, e non soltanto immaginare… Fotografando, come in vero “Safari” quegli animali “di Fantasia” o facendosi fotografare con loro, proprio come accadde a noi tanti anni fa». E.B.

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