Usura, nel Bresciano 3444 imprese a rischio

Brescia   è tra le prime città d’Italia per rischio usura tra le imprese
Brescia è tra le prime città d’Italia per rischio usura tra le imprese
Brescia   è tra le prime città d’Italia per rischio usura tra le imprese
Brescia è tra le prime città d’Italia per rischio usura tra le imprese

Sono, in provincia di Brescia, 3.444 su un totale di 176.400 in Italia. Per loro i prossimi mesi rischiano di essere ad alto rischio. Sulla base di quanto emerso da uno studio della Cgia si tratta delle imprese in sofferenza, quella a più alto rischio usura. Sono società non finanziarie e famiglie produttrici che sono state segnalate alla Centrale dei rischi della Banca d’Italia. Per questa ragione non possono accedere ad alcun prestito erogato dal canale finanziario legale. La possibilità concreta è quindi che finiscano, secondo quanto precisa la Cgia in una nota «nelle braccia degli usurai». Brescia purtroppo non viene alla ribalta delle cronache solo per il numero di imprese in questa situazione, ma anche per la posizione che occupa nella triste classifica nazionale: il sesto posto. Una situazione inquietante, quindi, che a ridosso di mesi come i prossimi, contraddistinti da scadenze, lo diventa ancora di più. L’auspicio della Cgia è quindi che il Governo potenzi le risorse del «Fondo di prevenzione dell’usura» e aiuti le banche a sostenere le imprese, specie quelle di piccole dimensioni. La Centrale dei Rischi, gestita dalla Banca d’Italia è un archivio di informazioni sui debiti di famiglie e imprese nei confronti del sistema bancario e finanziario. Secondo quanto riportato nel sito della Banca d’Italia «La Centrale dei Rischi è alimentata dalle informazioni che gli intermediari partecipanti (banche, società finanziarie e altri intermediari) trasmettono relativamente ai crediti e alle garanzie concessi alla propria clientela, alle garanzie ricevute dai propri clienti e ai finanziamenti o garanzie acquistati da altri intermediari». Inoltre «Gli intermediari classificano un cliente come debitore in sofferenza e lo segnalano come tale in Centrale dei Rischi quando ritengono che abbia gravi difficoltà a restituire il proprio debito. La classificazione presuppone che l’intermediario abbia valutato la situazione finanziaria complessiva del cliente e non si sia basato solo su singoli eventi, ad esempio, uno o più ritardi nel pagamento del debito». Quindi «La Banca d’Italia comunica agli intermediari partecipanti l’indebitamento complessivo dei propri clienti, il tipo di finanziamento che hanno ricevuto e la regolarità o meno dei loro pagamenti»•. M.P.

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