L'INTERVISTA

Caruso, virologo del Civile: «Varianti del virus? L’immunità funziona»

«Quella inglese neutralizzata efficacemente dagli anticorpi sviluppati dopo l'iniezione. L'indiana? Non dovrebbe fare differenza»
I ricercatori sono continuamente al lavoro sulle mutazioni del virus
I ricercatori sono continuamente al lavoro sulle mutazioni del virus
I ricercatori sono continuamente al lavoro sulle mutazioni del virus
I ricercatori sono continuamente al lavoro sulle mutazioni del virus

«I vaccini intercettano bene la variante inglese del SARS-CoV-2, molto meglio del ceppo originario. Sia la inglese, sia la nigeriana, vengono neutralizzate più efficacemente dagli anticorpi che sviluppiamo a seguito della vaccinazione. Un’evidenza confortata dagli esperimenti, speriamo che anche la pratica di tutti i giorni ce ne dia conferma». A rassicurare sull’efficacia dei vaccini in circolazione, sia quelli a vettore virale, sia a mRNA, è il professor Arnaldo Caruso, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili, oltre che presidente della Società italiana di virologia.

«Tutte le varianti sono per ora neutralizzate dagli anticorpi e credo che questa ultima, la variante indiana, non faccia alcuna differenza. Per ora sono stati riscontrati alcuni casi in Veneto di rientro dall’India: non sappiamo quanto possa iniziare a circolare. La comunità indiana è numerosa anche da noi quindi serve un attento monitoraggio del territorio». Attualmente «al nostro laboratorio non abbiamo ricevuto richieste di sequenziamento di viaggiatori da e per l’India ma siamo pronti».

Il laboratorio di microbiologia degli Spedali Civili svolge attività per conto di Regione e Ats: «Al momento l’attività richiesta è nell’ordine di un centinaio di tamponi sequenziati la settimana. Per ora più del 95% dei campioni provengono da variante inglese. Abbiamo riscontrato ancora alcuni casi dal ceppo originario – spiega Caruso – e qualche sporadico caso di variante sudafricana o brasiliana ma certo non in percentuali paragonabili a quelle dell’Umbria o del centro Italia. La situazione è abbastanza in linea con quella di un mese fa».

La variante indiana presenta una doppia mutazione nella proteina Spike, la “chiave” che permette al virus di accedere all’organismo umano. zAssomma una mutazione in posizione 484, comune anche ad altre tipo la sudafricana, e una mutazione in posizione 452, che è relativamente più rara – ha spiegato lo stesso Caruso in un’intervista ad AdnKronos -. Tutte e due insieme è la prima volta che si vedono, mentre separatamente si sono già viste. Dal punto di vista pratico, queste sono mutazioni che avvengono per un normale adattamento del virus alla nostra specie».

In sintesi, secondo il professore, «il virus non sta cercando di evadere niente, né farmaci né vaccini. Anzi. Il virus - spiega ancora a Bresciaoggi - è abbastanza simile; cambia un po’ l’involucro che lo rende più o meno capace di infettare l’uomo. Sta cercando unicamente di esporre meglio il proprio sito di legame alla cellula. E nell'esporlo meglio in molti casi espone meglio la zona di neutralizzazione, tant'è vero che le varianti inglese e nigeriana risultano più neutralizzabili». Alla luce delle attuali mutazioni spontanee del virus, la preoccupazione è relativa.

«Quello che dovrà preoccuparci saranno le varianti più resistenti al vaccino. In quel caso servirà un’importante operazione di tracciamento», riflette Caruso, operazione per la quale potrebbe essere utile il progetto del Consorzio italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione di Sars-CoV-2, annunciato a fine dicembre e attualmente in stallo.

«Dalle informazioni che mi pervengono, pare che ci debba essere un momento legislativo per poter far andare avanti il nostro Consorzio. Avremmo dovuto essere operativi da mesi, almeno in via provvisoria. E invece la politica in questo caso non ci ha seguiti e questo, in un momento pandemico, lascia perplessi. Ovviamente ci auguriamo di contenere l'ingresso di nuove varianti in Italia attraverso le ordinarie misure di attenzione alle frontiere, le quarantene, i tamponi. Però è importantissimo – osserva il virologo - e lo è sempre di più come ci mostra anche l'emergere della nuova variante un monitoraggio molto attento sul territorio. Un tipo di sorveglianza che solo il Consorzio può fare». •..

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