Welstep, le Pmi si mettono in rete per il welfare

I rappresentanti delle aziende che partecipano al contratto di rete
I rappresentanti delle aziende che partecipano al contratto di rete
I rappresentanti delle aziende che partecipano al contratto di rete
I rappresentanti delle aziende che partecipano al contratto di rete

Welfare in cambio di produttività, welfare come aumento salariale defiscalizzato. Questa l’idea che sta alla base di un contratto di rete, denominato Welstep, siglato ieri in Aib e nato su iniziativa del presidente di Retimpresa Aldo Bonomi. Obiettivo di fare massa critica per organizzare, in modo coordinato e studiato, piani aziendali con economie di scala, utili soprattutto per le pmi. Il criterio alla base è semplice: «Invece di corrispondere 500 euro legati ad un miglioramento dei processi produttivi, che diventeranno 350 con la tassazione, l’impresa eroga benefit sociali, frutto di una trattativa sindacale nelle realtà di media dimensione, proposte dall’imprenditore nel caso delle più piccole» spiega Bonomi che nelle sue aziende ha già cominciato. Ci aveva pensato cinque anni fa ma la situazione non era ancora matura. «Sia gli imprenditori che i lavoratori- dice- devono capire che il vantaggio è reciproco e che questo è un passo verso il futuro, come immaginato dal governo stesso». Governo che però ha posto un limite per la defiscalizzazione, fino a un valore di 2mila euro che crescono a 2500 dove esistono accordi di partecipazione. Sono dodici, oltre le Rubinetterie Bresciane del leader, le sigle della rete, seconda nel Paese in questo campo dopo Rete Giunca di Varese: Abert, Bonomi Acciai, Cromodora Wheels, Ghial, Gnutti Transfer, Industrie Saleri, Sifral, Trafilerie Carlo Gnutti, Valbia e Valpres, più due non bresciane, S.B di Invorio in provincia di Novara e Vrm di Bologna. Una sola è commerciale, le altre sono manifatturiere e hanno in totale 2100 addetti. Una nuova è già pronta ad aderire, altre si aspettano, l’idea è di porsi quale modello.

LE AGEVOLAZIONI possono essere le più diverse, dal contributo per i fondi pensionistici, per l’assistenza domiciliare, per i libri di testo o le rate scolastiche, per le spese mediche, oppure per il divertimento e il benessere, dalla palestra ai buoni per gli spettacoli. Senza dimenticare soluzioni per le lavoratrici madri, come possono essere i nidi di territorio, magari in collaborazione con gli enti pubblici.

Ed è sulla sinergia tra aziende, tra mondo del lavoro e istituzioni, «che, comunque, un intervento sociale pubblico devono mantenere», che ha puntato il ministro Poletti, intervenuto a benedire l’esperienza di Welstep che recepisce lo spirito dei dettati normativi, introdotti dalla legge di stabilità, «da soli non sufficienti di fronte alle sfide del cambiamento». «È importante sperimentare forme di partecipazione con la quale si da anche vita ad un altro pezzo di lavoro» ha aggiunto il ministro. MA.BI.

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