Caccia agli
inquinatori con
elicotteri e satelliti

di Cinzia Reboni
I referenti dell’innovativo  progetto  Savager tenuto a battesimo ieri mattina dalla prima ricognizione aerea sul territorio bresciano
I referenti dell’innovativo progetto Savager tenuto a battesimo ieri mattina dalla prima ricognizione aerea sul territorio bresciano
I referenti dell’innovativo  progetto  Savager tenuto a battesimo ieri mattina dalla prima ricognizione aerea sul territorio bresciano
I referenti dell’innovativo progetto Savager tenuto a battesimo ieri mattina dalla prima ricognizione aerea sul territorio bresciano

Gli inquinatori «professionisti», i furbetti delle discariche abusive, ma anche e soprattutto le organizzazioni criminali attive nel traffico di scorie saranno braccati dal cielo. A vigilare sul territorio provinciale - uno dei più contaminati della Lombardia - c’è un «grande fratello» ipertecnologico. Da ieri è diventato operativo il progetto Savager, frutto della task force varata dal prefetto Attilio Visconti che coinvolge Arpa Lombardia, il Nucleo carabinieri, la Forestale e gli elicotteristi di Orio al Serio. La battaglia contro gli illeciti e i reati ambientali sarà combattuta con satelliti, elicotteri e squadre di pronto intervento. Prefetto, rappresentanti dell’Arma e di Arpa hanno accolto ieri mattina il primo «commando dell’aria», atterrato a Campo Marte in città dopo aver compiuto la prima missione. Top secret la località passata sotto la lente dall’alto, «ma nei prossimi giorni comunicheremo i risultati - ha assicurato il prefetto Visconti -, quindi inizieranno i controlli speditivi. Quel che è certo, è che si è trattato di una ricognizione fruttuosa».


L’IMPIEGO OPERATIVO dell’elicottero ha di fatto concretizzato l’ultima fase del progetto nato tempo fa a Pavia, sempre sotto l’egida del prefetto Visconti nel corso del suo precedente mandato, ma che «solo qui a Brescia ha trovato la sua concretezza - ha spiegato -. Si chiude il cerchio di un’operazione sinergica che vede in prima fila Arpa Lombardia, che ha il compito di visionare le immagini satellitari, che trovano poi riscontro con il sorvolo in elicottero e che si conclude con i controlli delle squadre da terra. La tecnologia ci dà un contributo fondamentale in quella che è diventata una lotta senza quartiere per un ambiente pulito». Infatti sono proprio le immagini satellitari a «fotografare» la provincia e permettere ad Arpa di esaminarle nel dettaglio ed elaborarle, al fine di «leggere» le situazioni anomale. Sotto la lente dei tecnici finiscono scavi, materiale abbandonato, depositi, smottamenti di terreno, movimenti «sospetti». Si esplora insomma ogni potenziale nascondiglio per lo smaltimento di scorie pericolose. Un’impresa complessa considerata la conformazione geomorfologica del territorio Bresciano che passa dalle distese di pianura della Bassa, all’entroterra dell’alto Garda e del Sebino coperto da fitte macchie di vegetazione fino alle asperità delle valli. A supporto dell’attività investigativa anche uno stormo di droni messi a disposizione da Arpa per ulteriori approfondimenti ad alta risoluzione. La provincia di Brescia verrà completamente mappata. «Conto di chiudere gli interventi, che prevedono il controllo di 60 Comuni, entro la primavera del 2020 - annuncia il prefetto -. Ci sarà molto da lavorare, ma ho già in mente altri progetti, altre idee ispirate comunque a un concetto preciso: intessere una fitta rete di collaborazione tra le istituzioni, le autorità sanitarie e le forze dell’ordine». Il progetto Savager sarà insomma un banco di prova probante. Quello che si vede dal cielo, spesso porta a scoprire ciò che da terra è impossibile vedere. Ieri, per esempio, «grazie all’abilità del pilota, oltre ai siti che ci erano stati indicati, abbiamo potuto verificare una situazione anomala all’interno di un capannone con il tetto sfondato, dove è stato rilevato un quantitativo ingente di rifiuti», ha spiegato il luogotenente Fabio Cianfarani. «Questo tipo di riprese consente di verificare in meno di un’ora molti siti - sottolinea il tenente colonnello Giuseppe Tedeschi del comando dei carabinieri forestali di Brescia -. Con l’elicottero si riesce a fare uno screening molto ampio in poco tempo, mentre i controlli mirati da terra richiederebbero molti giorni». La verifica da terra rimane poi l’ultimo anello della catena. «Bisogna sempre verificare se l’anomalia esiste oppure no - ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Brescia, Gabriele Iemma -. Se viene riscontrato un reato, scatta l’intervento della procura. Un grosso vantaggio di questa operazione è che, attraverso una strumentazione d’eccellenza, si va a bersaglio a colpo sicuro».


IL PROGETTO SAVAGER - acronimo di Sorveglianza avanzata gestione rifiuti -, finanziato dalla Regione Lombardia, «vede Brescia all’avanguardia non soltanto in Lombardia, ma anche in tutta Italia», ha spiegato Stefano Cecchin, presidente di Arpa Lombardia, che si è fatto portavoce dell’attestato di stima del presidente del Pirellone Attilio Fontana. «É un progetto che continua a dare i suoi frutti, indispensabile per andare alla ricerca di discariche abusive e siti di rifiuti illegali, potenzialmente inquinanti».

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