Alla Sagra il tartufo è cultura

di L.SCA.
La cultura del tartufo ha conquistato in pochi anni tutto l’alto Garda
La cultura del tartufo ha conquistato in pochi anni tutto l’alto Garda
La cultura del tartufo ha conquistato in pochi anni tutto l’alto Garda
La cultura del tartufo ha conquistato in pochi anni tutto l’alto Garda

Si è conclusa ieri a Tignale la «manche» di andata della Sagra del Tartufo, alla 22 edizione. Per quella di ritorno basterà aspettare solo il prossimo fine settimana. Invariato il programma al piazzale delle Ginestre, fulcro della sagra con una ventina di espositori, le visite all’oleificio biologico e gli assaggi guidati, le visite alla limonaia del Prà de la Fam con degustazioni incorporate e le «passeggiata del tartufaio»: cambieranno solo gli interpreti del seminario di venerdì mattina alle 9.30 organizzato alla Latteria Turnaria e dedicato al limone gardesano. «In tempi come questi – ha detto il vice sindaco di Tignale, Luigi Bertoldi durante il convegno intitolato “Il tartufo quale ambasciatore di territori” – c’è bisogno di trovare nuovi sbocchi per attrarre gente qui sul lago: il turismo cosiddetto esperienziale può fare al caso nostro unendo le sinergie con il comparto agricolo ed enogastronomico». Dello stesso avviso anche il presidente del Consorzio Turistico Garda Lombardia, Luigi Alberti, e la parlamentare bresciana Marina Berlinghieri, convinti della necessità di fare sistema per riappropriarsi dei territori e non limitarsi al turismo mordi e fuggi. Indirizzo peraltro perseguito proprio nel segmento tartufo a partire dagli anni ’90 dalla Comunità montana quando con Virgilio Vezzola, presidente dei tartufai bresciani, vennero realizzate nel cuore del Parco le tartufaie, con risultati apprezzabili. Per questo il presidente Davide Pace ha rilanciato a Tignale l’idea di un marchio comprensoriale per valorizzare le eccellenze enogastronomiche e turistico-ricettivo «per migliorare, promuovere e sostenere produzioni rispettose dell’ambiente». •

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