Alpe del Garda riparte con Grana Padano e Bio

di Luciano Scarpetta
Il caseificio Alpe del Garda di Tremosine: grandi investimenti su strutture e produzioni per cogliere al volo le opportunità della ripartenza
Il caseificio Alpe del Garda di Tremosine: grandi investimenti su strutture e produzioni per cogliere al volo le opportunità della ripartenza
Il caseificio Alpe del Garda di Tremosine: grandi investimenti su strutture e produzioni per cogliere al volo le opportunità della ripartenza
Il caseificio Alpe del Garda di Tremosine: grandi investimenti su strutture e produzioni per cogliere al volo le opportunità della ripartenza

Il ritorno in «Zona bianca» ha un doppio significato a Tremosine, che grazie al caseificio Alpe del Garda è una ì capitale dell’«oro bianco». Anche qui l’auspicio è di lasciarsi alle spalle la pandemia che ha contraddistinto la scorsa annata, chiusa dal caseificio con un utile di 44.441,85 euro, ma contenuto a quasi la metà del bilancio precedente. Grande la voglia di ripartire al massimo, dopo gli investimenti su strutture, produzioni «bio» e filiera del Grana Padano, «La speranza - spiega il presidente Livio Leonesio – è poter cominciare ad utilizzare a pieno regime, con riscontri economici importanti, gli investimenti effettuati». Il riferimento è alla nuova ala del Caseificio sociale (un nuovo fabbricato ìì di 930 metri quadri su due piani) costati due anni di lavori ed un investimento di oltre 5 milioni di euro. Ottenuto dal Consorzio di tutela Grana padano l’assegnazione di produzione annua di 4.600 forme per una stagionatura che varierà dai 18 mesi ai 2 annui, si spera adesso di produrre a pieno regime. Anche le attuali sale di lavorazione del «reparto molle» (dedicati in particolare alla famosa «Formagella») sono state completamente rimodernate e la zona nuova collegata con un tunnel sotterraneo di 30 metri destinato per salatura dei prodotti. «Un anno altalenante il 2020 - continua Leonesio – nel quale abbiamo lavorato più latte, circa il 4-5% in più: avevamo programmato l’avvio anche del segmento biologico, ma il Coronavirus ci ha costretti a posticipare». Tutto è pronto: a stalla bio produce regolarmente con mungiture robot e altre tecnologie assortite come gli impianti di raffrescamento, che consentono corrette produzioni, 11-12 quintali di latte biologico, di ottima qualità. L’Alpe del Garda è infatti il terminale di circa 82 mila quintali di latte prodotto nelle 6 stalle dei 70 soci e nelle altre 2 di proprietà della cooperativa. Grandi potenzialità pronte a esprimersi. •.

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