Concussione, chiesti oltre 5 anni

La richiesta del pubblico ministero, il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, è stata pesante: cinque anni e quattro mesi di carcere. Questa la condanna chiesta nei confronti di un appuntato dei carabinieri in servizio alla stazione di Lonato finito a processo con l'accusa di concussione. Il giudice al termine dell'udienza di ieri ha rinviato il processo al prossimo 5 marzo quando con ogni probabilità si arriverà alla sentenza. A portare in un’aula di tribunale il militare è stato un agricoltore che in passato con il carabiniere ha avuto un rapporto di amicizia che si è bruscamente interrotto. Il motivo? Lo ha provato a spiegare in aula l'imputato nel corso del dibattimento. «Tutto è successo quando gli è stata ritirata la patente perché era alla guida sotto effetto di stupefacenti – ha spiegato l'appuntato -. Gli hanno ritirato la patente e si è convinto che dietro tutto ci fossi io». E così il rapporto si è deteriorato. A fare naufragare l'amicizia è stato un piccolo deposito di gasolio che il militare aveva all'interno dell'azienda dell'agricoltore. Una volta rimasto senza patente l'agricoltore avrebbe intimato al carabiniere di portare via il suo carburante; quest'ultimo si sarebbe rifiutato. «Con tutte le cose che so su di te, non puoi comportarti così», avrebbe detto il carabiniere all'agricoltore. Da qui la decisione di denunciare l'ex amico in divisa. E non sarebbe stata l'unica pressione. L’imputato, in una altra occasione avrebbe costretto l’agricoltore a simulare un incidente stradale tra l’auto di sua proprietà e un trattore dell’agricoltore che si sarebbe quindi trovato costretto ad accettare davanti al rischio di vedere «svelati» dal carabiniere alcuni aspetti della sua vita. •