Depuratore del Garda I comitati invocano un cambio di rotta

«O si cambia rotta una volta per tutte, oppure chiediamo, a chi ne ha il potere, di rimuovere dal loro incarico i vertici di Acque Bresciane e dell’Ato, che hanno dimostrato la loro inadeguatezza nell’assolvere al compito a cui sono stati chiamati». Non ha il tono di un «suggerimento», ma di un vero e proprio aut aut la nota sottoscritta da Ambiente Futuro Lombardia, Aqua Alma Onlus, Gaia Gavardo, Mamme del Chiese e Visano Respira, condivisa anche da Mamme del Garda e Tavolo Basta Veleni. «Gli errori del passato si ripetono ancora una volta - scrivono i comitati -. Sul progetto del depuratore del Garda era stato promesso, con una certa enfasi mediatica, un percorso di condivisione e trasparenza, ma così non è stato». Associazioni e comitati si riferiscono all’alternativa che vede la costruzione dell’impianto ad Esenta di Lonato, «presentato in Cabina di regia senza alcuna condivisione preliminare con i territori». Come è «sconcertante che, ancora una volta, intorno al tavolo convocato dal ministero dell’Ambiente ci fossero i vertici di Ato Brescia e Verona, le Regioni Lombardia e Veneto, Ats Garda Ambiente, la Comunità del Garda, ma nessuno in rappresentanza dei territori del fiume Chiese, seppur coinvolti anche in quest’ultimo progetto». Risulta inoltre - sottolineano i comitati - «che nemmeno la Commissione ciclo idrico della Provincia, guidata dal consigliere delegato Giovan Battista Sarnico e promotore della mozione che porta il suo nome, abbia avuto l’opportunità di vagliare questo studio prima della presentazione in Cabina di regia». Secondo i comitati, «è evidente che l’utility e l’Ato non abbiano ancora compreso la grande responsabilità che il loro ruolo istituzionale comporta nella gestione della “cosa pubblica” e di una importante risorsa per il futuro quale sarà appunto la gestione dell’acqua. Anni di scelte sulle localizzazioni, confermate e intoccabili, e poi cambiate con la velocità di un battito di ciglia. Scomode responsabilità che gli enti continuano a rimpallarsi senza risolvere il problema: la tutela delle acque del lago di Garda». Una posizione che stride rispetto al gesto di distensione di Acque Bresciane che ha proposto un percorso di trasparenza e condivisione sul progetto. •.

Suggerimenti