Desenzano, il turismo non vuole arrendersi

di LE RICHIESTE:
Alberghi e turismo: Desenzano non vuole soccombere alla crisi
Alberghi e turismo: Desenzano non vuole soccombere alla crisi
Alberghi e turismo: Desenzano non vuole soccombere alla crisi
Alberghi e turismo: Desenzano non vuole soccombere alla crisi

Alessandro Gatta Un settore da 100 milioni di euro, solo per mangiare e dormire, e che riguarda tra i 2 e i 3 mila dipendenti diretti di alberghi, strutture ricettive, bar e ristoranti: a tanto ammonta il peso economico del turismo di Desenzano, messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus. Per questo il Consorzio albergatori ha inviato una lettera all’Amministrazione comunale in cui si chiedono (testuale) «segnali forti e non solo parole». stop all’Imu sugli alberghi, sconti e posticipi su tassa dei rifiuti, concessioni demaniali, occupazione di suolo pubblico e altro ancora per tutte le attività commerciali, la sospensione della tassa di soggiorno, parcheggi gratuiti e ingressi ai musei per gli ospiti in arrivo. «Siamo consapevoli delle attuali difficoltà - spiega Marco Polettini, presidente degli albergatori - ma anche convinti delle grandi potenzialità del nostro paese: nessuno si azzardi a dire che siamo in ginocchio, non Siamo rassegnati a una stagione che non è ancora persa, e dobbiamo essere pronti a ripartire subito, appena possibile. Dobbiamo guardare al futuro, pensare positivo anche se il momento è difficile: Desenzano è senza dubbio la capitale economica del Garda». Impossibile negarlo: sono quasi 900 i negozi e le attività commerciali, i ristoranti, che sono più di 190, 41 alberghi per un totale di 1.279 camere e 2.811 posti letto, 732 case vacanze ad affitto turistico (con 3.237 posti letto), i campeggi da 634 camere e 2.456 posti letto, nel 2019 quasi un milione di presenze (996 mila), il record di sempre: «Da questo - conclude Polettini - dobbiamo ripartire con obbiettivi chiari». •

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