depuratore del garda

I sindaci fanno ricorso al Tar contro l'incarico al prefetto

di Cinzia Reboni
Un’immagine  di repertorio dell’ormai lungo presidio per la difesa del Chiese davanti al Broletto
Un’immagine di repertorio dell’ormai lungo presidio per la difesa del Chiese davanti al Broletto
Un’immagine  di repertorio dell’ormai lungo presidio per la difesa del Chiese davanti al Broletto
Un’immagine di repertorio dell’ormai lungo presidio per la difesa del Chiese davanti al Broletto

Alla vigilia della conferenza dei servizi preliminare, che si chiude oggi con la scadenza per la presentazione delle osservazioni, scatta un'offensiva a tutto campo contro il depuratore del Garda, scandita da un'azione legale degli amministratori per annullare la nomina del commissario e una missione a Roma dei comitati ambientalisti per chiedere un colloquio con il ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani. Attraverso un pool di legali, i sindaci di Montichiari, Gavardo, Prevalle e Muscoline hanno presentato un ricorso al Tar per bloccare l'iter della controversa opera. «Riteniamo che l’ipotesi del Chiese quale recettore finale non sia frutto delle valutazioni scientifiche previste dalla legge», affermano in una nota congiunta Marco Togni, Davide Comaglio, Damiano Giustacchini e Giovanni Benedetti. «Nessuno ha mai iniziato la valutazione delle ricadute ambientali e territoriali non solo dei due depuratori previsti a Gavardo e Montichiari, ma anche dei cento chilometri di condotte e delle centrali di pompaggio».

Secondo gli amministratori, il commissario starebbe travalicando le proprie prerogative. «Quando lo Stato decide che occorre far presto, concentra nelle mani di un solo soggetto tutti i poteri che la legge attribuisce a differenti amministrazioni - rimarcano i quattro sindaci -. Il decreto di nomina del commissario indica anche quali leggi può eccezionalmente derogare. Ebbene, il commissario può derogare soltanto alle norme sugli appalti. Non è titolare né dell’incarico, né del potere di scegliere dove installare gli impianti. Men che meno può derogare alle norme rigorose che impongono l’effettuazione della valutazione ambientale e sanitaria sull’area scelta per ospitare l’impianto».

«Abbiamo deciso di intervenire perché non vogliamo che venga sprecato il denaro pubblico che è stato stanziato - precisano i quattro sindaci - Se il commissario appalterà le opere, infatti, l’accertamento dell’illegittimità della scelta Gavardo-Montichiari comporterà l’annullamento dei contratti, con perdite ingenti di risorse pubbliche destinate all’opera». Intanto, come annunciato, i comitati che dal 9 agosto hanno promosso un presidio di protesta sotto il Broletto, su proposta delle Mamme del Chiese hanno deciso di scrivere a tutti i parlamentari bresciani rimasti fino ad oggi in silenzio affinché escano allo scoperto. In previsione c'è poi una trasferta a Roma per incontrare il ministro Cingolani. Il collettivo ha

intanto avviato un percorso di sensibilizzazione e confronto con le comunità del lago. Il primo passo è «Depuratour» da venerdì a domenica dalle 9 alle 13. Nella prima giornata sono previsti presidi a Gargnano, Toscolano, Gardone Riviera e Salò. Sabato tappa a San Felice, Manerba, Moniga e Puegnago, e domenica a Desenzano, Lonato e Padenghe.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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