I prelievi del
sangue nel caos
Code e burocrazia estenuanti

di Luciano Scarpetta
Distanziamento sociale davanti ai poliambulatori di Gargnano
Distanziamento sociale davanti ai poliambulatori di Gargnano
Distanziamento sociale davanti ai poliambulatori di Gargnano
Distanziamento sociale davanti ai poliambulatori di Gargnano

Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi ieri mattina ai Poliambulatori di Gargnano quando la gente del comprensorio poteva tranquillamente accedere a svariate prestazioni specialistiche. Niente di tutto questo: negli ultimi anni il presidio ospedaliero è stato via via ridimensionato e ieri le code erano per aspettare il proprio turno degli esami del sangue, rispettando nel contempo in maniera scrupolosa il distanziamento sociale. ANCHE questo servizio però, così come è strutturato, sta aumentando i disagi alla popolazione. Dopo il blocco dal 17 marzo al 27 aprile a causa dell’emergenza pandemica, l’operatività è ripresa con frequenza più ridotta e con modalità meno agevoli per gli utenti. «Prima - racconta sconsolato un residente in attesa di entrare a fare l’esame - i prelievi erano programmati dal lunedì al venerdì e non soltanto due giorni a settimana come adesso, lunedì e giovedì dalle 7.30 alle 8.30: i risultati sono questi e la gente deve stare in piedi nel piazzale ad aspettare il suo turno. Fortuna che oggi è una bella giornata e non piove». All’interno è presente solo un’infermiera. Ieri mattina dalle 7.30 alle 8.30 sono stati eseguiti una trentina di prelievi. Ma i disagi non finiscono qui: per il pagamento delle prestazioni è necessario recarsi in municipio per il ritiro del bollettino e poi andare in posta per il versamento. «Ma com’è possibile? - lamenta un’altra persona - all’interno dell’ambulatorio è installata una macchina automatica che potrebbe risolvere più efficacemente il problema, ma ovviamente è fuori servizio». Sulla vicenda del (dis)servizio ambulatoriale anche le minoranze consiliari hanno inviato a fine maggio un’interrogazione con richiesta di risposta scritta al sindaco Giovanni Albini e un’istanza al direttore Asst del Garda Carmelo Scarcella. «Ho scritto in Prefettura e ad Asst per segnalare i disagi della chiusura - afferma il sindaco di Gargnano Giovanni Albini - e mi è stato detto che per mantenere il servizio in questa fase almeno per due giorni serviva un volontario presente sul posto a sorvegliare il rispetto delle disposizioni sul distanziamento sociale perché loro, Asst, non sono in grado di fornirlo. Finita l’emergenza dovremo in ogni caso sederci intorno ad un tavolo perché è evidente che così non è possibile garantire un servizio dignitoso per i cittadini. Per mantenere il servizio di pediatria all’ambulatorio - conclude il sindaco Albini - ci hanno chiesto 400 euro per una stanza all’ambulatorio che rimane vuota in ogni caso. Abbiamo dovuto rivolgerci al Parroco per un locale all’oratorio di San Pier d’Agrino». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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