Incendio al centro benessere, la procura chiede le condanne

di Paolo Cittadini
La struttura danneggiata dall’incendio e dalla successiva esplosione avvenuta giusto un anno fa
La struttura danneggiata dall’incendio e dalla successiva esplosione avvenuta giusto un anno fa
La struttura danneggiata dall’incendio e dalla successiva esplosione avvenuta giusto un anno fa
La struttura danneggiata dall’incendio e dalla successiva esplosione avvenuta giusto un anno fa

Quattro anni e otto mesi di reclusione per Francesco Leone, 59enne barese trapiantato a Paliano (in provincia di Frosinone) e coinvolto in passato nel sequestro all'ex tesoriere di Silvio Berlusconi, e quattro anni invece per Fabrizio Donda, 50 anni originario di Monfalcone. PER IL PUBBLICO ministero Francesco Carlo Milanesi il primo sarebbe la mente dell’attentato incendiario compito ai danni del centro benessere «Il bello delle donne» di Desenzano del Garda, il secondo invece sarebbe l’uomo che materialmente ha appiccato il rogo scoppiato il 10 dicembre di un anno fa. La decisione è attesa per il prossimo 18 dicembre quando il gup Elena Stefana dopo le eventuali repliche andrà in camera di consiglio per decidere sull’esito del processo che si sta celebrando con il rito abbreviato. Leone e Donda sono due elle cinque persone raggiunte lo scorso marzo da una ordinanza di custodia cautelare (tre quelle in carcere e due quelle ai domiciliari) e accusate a vario titolo di concorso d’incendio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. SECONDO quanto ricostruito dagli inquirenti Leone avrebbe organizzato l'attentato per vendetta: motivi legati al rapporto tra la sua compagna, una donna romena di 41 anni (era finita ai domiciliari) residente a Montichiari e la titolare dell’attività. Leone, così sostiene il gip di Brescia che ha firmato l'ordinanza di custodia in carcere per lui, «si è adoperato per il reclutamento degli esecutori materiali, li ha posti in contatto con la Turcitu (la sua compagna che ha visto la sua posizione stralciata) e ha loro assicurato una retribuzione per il proprio operato». Leone e Donda hanno scelto la strada dell’abbreviato, la compagna di Leone ha visto la sua posizione stralciata mentre è a dibattimento Aurelio Romani, 60 anni, pure lui di Paliano in provincia di Frosinone. Quest’ultimo per gli inquirenti avrebbe accompagnato Donda, dal Lazio fino a Desenzano, a bordo di una Kia Rio di cui, il giorno dopo, avrebbe denunciato a Roma - falsamente ritiene l'accusa - il furto. Ioana Turcitu, la 41enne ex dipendente del centro benessere di Desenzano, avrebbe invece fornito una copia delle chiavi dell’attività così da aiutarlo nel mettere a segno l’attentato per cui sta procedendo il tribunale di Brescia. GLI ALTRI reati contestati al gruppo di malviventi saranno invece giudicati sa altri tribunali per competenza territoriale. Leone inoltre è accusato di aver fatto diversi sopralluoghi ai fini, verosimilmente, di un sequestro lampo per una rapina da compiere ai danni di una società toscana specializzata nella custodia di valori. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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