Intossicati dal monossido: la salvezza arriva in extremis

di Luciano Scarpetta
L’allarme è scattato ieri alle 8 di mattina: coniugi salvati in extremisI Vigili del fuoco hanno posto fine all’emergenza, forse causata dal surriscaldamento del sottotetto
L’allarme è scattato ieri alle 8 di mattina: coniugi salvati in extremisI Vigili del fuoco hanno posto fine all’emergenza, forse causata dal surriscaldamento del sottotetto
L’allarme è scattato ieri alle 8 di mattina: coniugi salvati in extremisI Vigili del fuoco hanno posto fine all’emergenza, forse causata dal surriscaldamento del sottotetto
L’allarme è scattato ieri alle 8 di mattina: coniugi salvati in extremisI Vigili del fuoco hanno posto fine all’emergenza, forse causata dal surriscaldamento del sottotetto

Una salvezza in extremis a Gargnano. Poteva andare decisamente peggio ai due coniugi ricoverati in ospedale a causa di una intossicazione da monossido di carbonio, il «veleno invisibile» disperso, secondo le prime ipotesi dei Vigili del fuoco, dal surriscaldamento dell’isolante del sottotetto. Il marito, Gianni Bazzoli di 85 anni, è stato trasportato d’urgenza in codice rosso dai Volontari del Garda all’ospedale Città di Brescia ed è in camera iperbarica anche se le sue condizioni con il passare delle ore stanno migliorando. Meno grave la moglie, Bruna Samuelli, titolare con le sorelle dello storico hotel Meandro, trasportata in ospedale in codice giallo. L’allarme è scattato poco dopo le 8 del mattino, quando la signora è riuscita tra non poche difficoltà a telefonare al figlio Andrea, residente in un’altra abitazione distante poche decine di metri, dopo aver scorto il marito esanime nel letto. Per qualche istante si è temuto il peggio, poi fortunatamente l’anziano ha iniziato leggermente a riprendersi e la situazione è migliorata: il figlio infatti, dopo aver raggiunto in pochissimi istanti l’abitazione posta a fianco della strada Gardesana dove è situato lo storico albergo di famiglia, ha spalancato porte e finestre per cambiare l’aria e allertato i soccorsi. Con le ambulanze dei Volontari del Garda sono giunti nel breve volgere di una manciata di minuti anche i Vigili del fuoco di Salò che, dal tetto, hanno messo in sicurezza la situazione. «Da un paio di settimane avevano completato l’isolamento termico della copertura della casa con il posizionamento di materiale ignifugo tra il tetto e la soletta – riferiva ieri mattina un famigliare nel piazzale dell’albergo poco distante – e a breve era in programma anche l’installazione del cappotto termico alle facciate esterne dell’edificio. Forse qualcosa è andato in conflitto con la cappa del camino». Sul posto per gli accertamenti di rito anche una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Salò. Subito la notizia dell’incidente ha fatto il giro del paese. La famiglia, conosciuta e stimata in tutto l’alto Garda, è proprietaria dell’albergo Meandro, sorto nel 1959 a fianco della Gardesana, mutuando il nome che d’Annunzio diede al tratto di strada che collega Gargnano fino a Riva, all’estremità nord del lago. In origine storica osteria con balera e in seguito con i campi da bocce, divenne poi, grazie alla cucina della tradizione della signora Armida e della cognata Elsa, una fra le prime trattorie di Gargnano, con il suo succulento spiedo domenicale cucinato ad arte da Domenico Samuelli. Dal 1993 la trasformazione da parte delle figlie in hotel, punto di riferimento per Gargnano e la riviera del parco. •.

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