Le lucciole illuminano la notte: tempo di leggende a Padernello

di Riccardo Caffi
Le lucciole immortalate nella campagna di Orzinuovi
Le lucciole immortalate nella campagna di Orzinuovi
Le lucciole immortalate nella campagna di Orzinuovi
Le lucciole immortalate nella campagna di Orzinuovi

Sono tornate le lucciole nella campagna di Orzinuovi. Nelle serate calde e serene, lontano dall’illuminazione del centro abitato, dopo il tramonto, vicino al fosso e al campo di fieno, o sopra la distesa verde del mais, volteggiano gialle e luminose, portando fino a terra le luci delle stelle. ERA TANTO che non si vedevano. Un tempo, quando a sera la televisione e i cellulari non illuminavano le case e i volti delle persone, i bambini uscivano in giardino e nei campi. Ammiravano sempre, come se lo vedessero per la prima volta, lo spettacolo luccicante e rincorrevano fino a tardi i punti luminosi. Saltavano più in alto che potevano per prendere una lucciola, tenerla delicatamente tra le mani, portarla a casa e metterla sotto il bicchiere, al centro della tavola. Rimanevano incantati a guardarla, esprimendo mille desideri, finché i loro occhi non si chiudevano e la flebile fiammella non si spegneva. A Padernello, dove la natura è rimasta in buona parte incontaminata, le lucciole non sono mai mancate ed hanno ispirato la leggenda della Dama Bianca. Si racconta che Biancamaria, una fanciulla affascinata dalla luce delle lucciole che avvolgevano il castello, nel tentativo di seguire i volteggi luminosi sia precipitata dal bastione, scomparendo nel fossato sottostante. Da allora, ogni anno, nella ricorrenza della tragedia, il fantasma di Biancamaria si aggirerebbe nel maniero, reggendo un libro che spiega in caratteri d’oro il mistero della sua scomparsa. A Padernello ha sede anche il Circolo delle Lucciole, che prende appunto il nome dai misteriosi insetti che a fine maggio punteggiano le serate intorno al castello, dove gli iscritti si ritrovano per approfondire la filosofia di Italo Valent (Treviso 1944 - Brescia 2003), docente di Antropologia filosofica e ermeneutica filosofica all’Università Ca’ Foscari di Venezia e, dall’inizio degli anni ’90 fino alla morte, autore di un lavoro di ricerca sulla follia e la relazione di cura, insieme al fratello Graziano e agli operatori del Centro Psicosociale di Orzinuovi. Le lucciole emettono luce da sempre, senza alcuna fatica e all’inizio della stagione calda, quando arriva il periodo dell’accoppiamento, illuminano la campagna, lasciando a bocca aperta chi osserva i ghirigori tracciati nel buio. Si tratta di insetti notturni, coleotteri, appartenenti alla famiglia dei Lampiridi. Il caratteristico bagliore che emettono, definito bioluminescenza, è finalizzato all’accoppiamento. La luce serve a maschi e femmine per vedersi. La femmina può emettere luce per oltre due ore, mentre il maschio solo per brevi istanti. Questi piccoli coleotteri assimilano ossigeno e lo uniscono alla luciferina, una sostanza che innesca una reazione chimica in grado di produrre luce quasi senza calore. Le lucciole sono insetti che prediligono gli ambienti umidi e puliti, perciò il fatto che tornino a splendere nella campagna di Orzinuovi starebbe a significare che anche nella capitale della Bassa occidentale si riduce l’inquinamento delle acque, grazie ad una maggiore cura dell’habitat naturale, per un ambiente più salubre. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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