Per il vecchio ospedale non si trova la cura

di Luciano Scarpetta
L’ospedale di Salò, ormai dismesso e in attesa di una destinazione
L’ospedale di Salò, ormai dismesso e in attesa di una destinazione
L’ospedale di Salò, ormai dismesso e in attesa di una destinazione
L’ospedale di Salò, ormai dismesso e in attesa di una destinazione

Quella dell’ospedale di Salò, evacuato dalla notte del terremoto nel 2004 e mai più tornato in efficienza, è rimasta l’unica ferita ancora aperta. «Abbandonato quasi a perenne memoria», sottolineava in questi giorni il sindaco Gianpiero Cipani ricordando la drammatica notte del terremoto di 16 anni fa, quando l’ospedale venne evacuato, in pratica per sempre. AL NETTO del recente tentativo di scovare attraverso un project financing un investitore privato per risollevare le sorti dell’immobile tutto da allora è rimasto fermo. L’unico soggetto interessato lo scorso anno finì fuori gioco dopo che Asst ritenne poco sufficienti le garanzie offerte per sistemarne un terzo dell’immobile, circa 10 mila su 30 mila metri cubi per servizi pubblici socio sanitari e realizzare una struttura privata protetta per anziani da 70-80 unità in concessione. Nonostante l’apparente immobilismo, i riflettori sono sempre accesi sullo storico immobile risalente al 1395 di proprietà dell’Asst Garda. Azienda ospedaliera che comunque, anche di recente, ha espresso la disponibilità a considerare un più ampio ventaglio di soluzioni. L’AMMINISTRAZIONE comunale ha ribadito la disponibilità a mutare la destinazione d’uso dei 2/3 dell’ospedale in cessione ai privati per aumentare l’appetibilità a condizione che 1/3 dell’immobile sia ristrutturato e resti di proprietà e in gestione dell’Asst con funzioni socio-sanitarie. In attesa di eventuali proposte di modifica del Pgt, prende però corpo nelle ultime settimane la soluzione alternativa di un presidio all’ex Enel per la quale l’amministrazione Cipani ha formulato ad Asst Garda «la sua più ampia disponibilità». Per questo motivo vengono prese in considerazione proposte di modifica del Pgt anche per la trasformazione «integrale» della destinazione d’uso dell’ex ospedale per consentire ad Asst «di reperire con la sua cessione le risorse da investire per l’acquisto e la sistemazione del complesso immobiliare ex Enel». Il gruppo di minoranza consiliare Salò Futura esprime però «forte preoccupazione sulle continue voci di nuove e diverse ubicazioni dei servizi, da Roè Volciano all’ex Enel di via Belvedere. L’attuale norma urbanistica – afferma il capogruppo Giovanni Ciato - prevede un project financing per mantenere le funzioni socio sanitarie a Salò, soluzione privilegiata secondo noi da seguire, indipendentemente dalle percentuali tra pubblico e privato. Nel 1972 il miraggio dell’ospedale dei centomila ha portato a perdere tutti i servizi, nella situazione in cui oggi ci troviamo. Dobbiamo evitare di farci ammaliare da nuove e diverse soluzioni che non sia l’immobile già di proprietà di Asst, unica certezza rispetto ad aree ancora da urbanizzare a Volciano, con forti resistenze dei residenti, e, per quanto riguarda l’ex Enel, con un immobile da riacquistare dopo l’assegnazione all’asta giudiziaria». •

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