IL FOCUS

Riserve di acqua, per i laghi bresciani la situazione è critica. Soffrono anche i ghiacciai

di Luciano Scarpetta
Con un terzo di piogge in meno, i bacini soffrono terribilmente. In montagna «accantonata» meno della metà dei volumi medi
Garda, Idro, Sebino: i laghi bresciani soffrono sempre di più
Garda, Idro, Sebino: i laghi bresciani soffrono sempre di più
Garda, Idro, Sebino: i laghi bresciani soffrono sempre di più
Garda, Idro, Sebino: i laghi bresciani soffrono sempre di più

Domani in occasione della «Giornata Mondiale dell'acqua» l’evento ideato nel 1994 dalle Nazioni Unite, il tema sarà «Accelerare il cambiamento»: si proverà a focalizzare l'attenzione sull'importanza dell'acqua e la gestione delle (scarse) risorse per affrontare la crisi idrica globale.

Non è quindi un caso se Legambiente Lombardia in occasione dell’equinozio di primavera che anticipa la stagione irrigua ha analizzato la situazione delle scorte idriche da cui dipendono il rifornimento di canali e campi coltivati della Lombardia, utilizzando i dati di Arpa e dei gestori dei laghi lombardi. La fotografia è impietosa, non diversa e semmai peggiore a quella di un anno fa considerato che rispetto al 2022 le piogge cadute sono state il 36% in meno della media. Un «buco nell’acqua» che per la Lombardia vale ben 10 miliardi di metri cubi a cui devono necessariamente sommarsi i primi due mesi del 2023 quando sono venuti a mancare altri 2 miliardi di metri cubi di acqua sotto forma di pioggia e di neve.

In montagna la neve è meno di un terzo delle attese

La neve in montagna infatti, è meno di un terzo di quella attesa, e in quantità inferiore a quella presente lo scorso anno nello stesso periodo. Anche per gli invasi idroelettrici la situazione non è affatto rosea e, come del resto abbiamo sottolineato ieri su queste pagine, tra i grandi laghi si fa notare il Garda che, a differenza dello scorso anno, non dispone di volumi di riserva (l’invaso ieri pomeriggio era al 37%) con un livello ai minimi storici stagionali. Non si fanno salti di gioia nemmeno sul Sebino dove il riempimento è del 18.5% o nel lago d’Idro dove la disponibilità dell’invaso è al 47%.

A peggiorare le previsioni per l’estate come detto c’è la situazione dei ghiacciai: secondo i dati Arpa, abbiamo 1,4 miliardi di mc di acqua «accantonata» nella fascia alpina e prealpina, 2,2 miliardi in meno rispetto al volume medio misurato in questo periodo dell’anno.

Sempre più evidente la difficoltà ad irrigare le colture estive

«Il cambiamento climatico ha allungato di un mese la durata della stagione estiva – commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – tra anticipo del disgelo, aumento dell’evaporazione per il caldo e riduzione delle masse glaciali, la siccità ci costringe a rivedere gli ordinamenti agricoli regionali: è sempre più evidente la difficoltà ad irrigare le colture estive, il mais in particolare, mentre dovremmo rivalutare, per l’alimentazione del bestiame, colture alternative, a partire da quelle di erbai, prati stabili e marcite, irrigate nella stagione fredda e in primavera».

Le contromisure, in attesa delle tanto auspicate piogge? Secondo Di Simine è necessario «attuare misure di adattamento climatico, che riducano i fabbisogni estivi e favoriscano la ritenzione di acque. In tutte le altre stagioni la pianura lombarda deve poter funzionare come una spugna, in grado di assorbire grandi quantità di acqua e di rilasciarle all’occorrenza. Ma per questo dobbiamo smettere di cementificare il territorio e tornare ad occuparci delle acque sotterranee, che non si vedono ma da cui dipendiamo per la gran parte dei nostri bisogni».

Se non pioverà, in estate saranno necessarie misure di emergenza

Sulla stessa lunghezza d’onda le preoccupazioni di Massimo Sertori, assessore regionale a Enti locali, montagna, risorse energetiche e utilizzo risorsa idrica, intervenuto ieri alla Triennale di Milano in occasione del forum sulla siccità «Regione monitora, pronti a intervenire per l'emergenza». «Se non ci saranno precipitazioni nei prossimi mesi di aprile e maggio – ha detto – ci attendiamo una gestione emergenziale simile a quella del 2022. La risorsa idrica disponibile presenta un deficit del 60% rispetto ai valori medi del periodo e per fronteggiare la crisi è necessaria la collaborazione di tutti i soggetti produttivi che utilizzano la risorsa idrica. L’agricoltura lombarda necessita di acqua in un ristretto periodo dell’anno e vorremmo evitare – sottolinea l’assessore – che a una situazione che comporterà probabili ripercussioni per l’economia lombarda si aggiunga un contenzioso tra gestori idroelettrici e mondo agricolo».

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