Viti tranciate, 300 mila euro di danni

Luciano Ricchelli s’aggira nel suo vigneto devastato
Luciano Ricchelli s’aggira nel suo vigneto devastato
Luciano Ricchelli s’aggira nel suo vigneto devastato
Luciano Ricchelli s’aggira nel suo vigneto devastato

Tagliate di netto, circa 7000 piante, oltre 22 mila metri quadri di vigneto, tutto Lugana Doc. Mutilate, condannate a morte: dovranno essere tutte reinnestate, ci vorranno almeno tre anni perché tornino a produrre. Il danno è enorme, quasi insostenibile: 300 mila euro, 100 mila all’anno. «Erano viti grosse come un braccio, sono state tagliate con cesoie buone, da gente che ha le spalle buone», sostiene Luciano Ricchelli, titolare insieme al fratello Pierino dell’omonima azienda di famiglia, da mezzo secolo a Pozzolengo. Vacche da latte, vitelle garonesi per la carne, perfino un campo di kiwi. «Ma è solo con l’uva che tiriamo avanti davvero», ammette Ricchelli.

Sono tutti al lavoro, da lunedì senza sosta: stanno ripulendo i vigneti ormai morenti, domani arriveranno gli specialisti per innestarne di nuovi. Domenica notte il blitz, terribile: non meno di otto persone, armate di cesoie.

Hanno colpito nei campi a nord, nei campi a sud, sopra e sotto la collina. Località Vivaro, Pozzolengo, in fondo a quello che tutti chiamano il «monte degli ulivi».

Luciano Ricchelli è tra i vigneti con la moglie, il figlio 15enne sta già tagliando quel che rimane, con lui anche lo zio Pierino. Volti provati, e non potrebbe che essere così: «Siamo increduli, senza parole. Questo è un lavoro da professionisti, un’azione premeditata. L’hanno studiata bene, ci hanno lavorato per ore. Hanno tagliato le vigne a 30 centimetri dalla base in un campo, a mezzo metro nell’altro. Non siamo rovinati ma poco ci manca». La denuncia ai Carabinieri, forse domani: «Stiamo aspettando la perizia dell’agronomo, per calcolare i danni. Ci hanno detto di fare così». Il conto è subito fatto: «Sono tutte viti di Lugana Doc, da 125 quintali di uva ogni ettaro, pagati fino a 200 euro a quintale». Il risultato fa impressione: un mancato guadagno di 100 mila euro all’anno, e per tre anni. Il tempo che i nuovi innesti comincino a fiorire, e soprattutto a produrre.

Sospetti per ora non ce ne sono: «Non abbiamo mai fatto del male a nessuno, e non ce l’abbiamo con nessuno. Davvero non riusciamo a immaginare chi possa aver fatto una cosa del genere».

La denuncia sta per partire, le indagini saranno coordinate dai Carabinieri. Tanta solidarietà dagli altri agricoltori. Ma anche, a distanza, dal deputato bresciano Luigi Lacquaniti: «Un danno ambientale gravissimo - scrive l’onorevole del Pd in un comunicato stampa -. Spero che le indagini possano assicurare rapidamente i colpevoli alla giustizia». A.GAT.

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