Da Rezzato a Castenedolo il Piano cave provinciale sotto il fuoco «amico»

di Cinzia Reboni
Il Piano cave della Provincia è finito sotto il tiro del fuoco amico dei circoli del Partito Democratico dell’hinterland  che chiedono una revisione
Il Piano cave della Provincia è finito sotto il tiro del fuoco amico dei circoli del Partito Democratico dell’hinterland che chiedono una revisione
Il Piano cave della Provincia è finito sotto il tiro del fuoco amico dei circoli del Partito Democratico dell’hinterland  che chiedono una revisione
Il Piano cave della Provincia è finito sotto il tiro del fuoco amico dei circoli del Partito Democratico dell’hinterland che chiedono una revisione

Il nuovo Piano cave varato dalla Provincia «non tiene conto di un territorio fragile e già pesantemente impattato come quello ad est della città», e che proprio per questo «dovrebbe invece necessariamente applicare alcuni princìpi irrinunciabili come sostenibilità, riduzione del consumo di suolo, tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini». I circoli del Partito Democratico della zona Brescia sud-est intervengono sul testo «rivisitato e corretto» del Piano cave per il settore sabbia e ghiaia, sottolineando che «avrà un impatto significativo sui Comuni dell’hinterland come Castenedolo, Borgosatollo, Rezzato e Montirone». A dimostrarlo sarebbero i numeri e i fatti. «Un semplice confronto con il vecchio Piano in vigore dal 2005 al 2018 evidenzia un sovradimensionamento dei quantitativi di sabbia e ghiaia che si prevede di prelevare - scrivono i Circoli Pd in un documento -: a fronte di circa 35 milioni di metri cubi scavati in 13 anni, il nuovo ne prevede ben 46,2 milioni in 10 anni». Per la zona ad est del capoluogo «il documento di pianificazione è ancora più sproporzionato, perché a fronte di 5,6 milioni di metri cubi scavati in passato, per il prossimo decennio se ne prevedono addirittura 13,8 milioni. Facendo un rapporto, significa più del triplo. Crediamo sia inaccettabile pensare che in futuro si debba cavare ancora di più rispetto ad un passato che ha già inferto profonde ferite al territorio». Entrando più nel dettaglio del calcolo dei fabbisogni, i Circoli Pd di Borgosatollo, Castenedolo, Mazzano, Montirone, Rezzato e San Zeno evidenziano «una evidente inclinazione per una stima di quantitativi maggiori. Si utilizzano, ad esempio, dati riferiti allo sviluppo edilizio assolutamente superati dall’evoluzione di mercato avvenuta negli ultimi anni, si sottostimano i quantitativi di materiali alternativi da riciclaggio utilizzabili, così come le altre fonti alternative di materiale come terre e rocce da scavo, prelievo da dighe e corsi d’acqua. La scelta di autorizzare l’escavazione di quantitativi di materiale notevolmente superiori al fabbisogno reale comporterà il fatto che le cave restino attive oltre la durata del Piano, rimandando indefinitamente il loro recupero ambientale e ponendo i presupposti per l’escavazione di ulteriori volumi e l’autorizzazione di ampliamenti futuri». Tutto ciò - per il Pd - «rischia di ritardare ulteriormente l’allargamento del Plis Parco delle Cave di San Polo e Buffalora oltre i confini della città, mettendo a rischio l’effettiva realizzazione di una vasta fascia di mitigazione ambientale attorno al capoluogo e pregiudicando le azioni che alcune Amministrazioni dei comuni dell’hinterland stanno intraprendendo in tal senso». Nell’enclave tra Castenedolo, Rezzato, Borgosatollo e Montirone, «già interessata da un grande numero di siti estrattivi, il volume escavato dal 2005 al 2018 è stato pari al 16% del totale nell’intero territorio provinciale. Crediamo perciò sia necessario che il Piano venga radicalmente rivisto, senza aggiungere ulteriori volumi rispetto a quelli già autorizzati, né nuove aree attualmente ad uso agricolo».•.

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