I comitati: «Siamo delusi dal metodo del prefetto»

Una protesta di Visano Respira
Una protesta di Visano Respira
Una protesta di Visano Respira
Una protesta di Visano Respira

«Volevamo portare il nostro contributo alla causa, fornendo al commissario per il depuratore del Garda ulteriori elementi di valutazione che lo agevolassero nella scelta migliore, nel rispetto del mandato ricevuto. Documenti che illustravano la possibilità tecnica di dimezzare i tempi della dismissione della condotta sublacuale, partendo proprio dalla documentazione integrativa prodotta da Acque Bresciane su incarico della Cabina di regia del ministero. Ma il commissario si è detto non interessato a prendere visione di questa proposta in quanto non portata avanti da un ente universitario istituzionalmente riconosciuto». I rappresentanti dei comitati Visano Respira e Gaia Gavardo, convocati dal prefetto, si sono visti chiudere la porta in faccia. «Abbiamo appreso che, diversamente da quanto preannunciato pubblicamente, sul fatto di esaminare tutti i progetti e contributi agli atti o nuovi, la decisione del prefetto verrà limitata solamente all’esame dei due studi presentati da Acque Bresciane, che sono appunto l'oggetto del contendere che ha portato al commissariamento - spiega Filippo Grumi -. Ma nel decreto di nomina del commissario non si parla di “confronto“ fra due soli progetti, e tanto meno viene fissato un termine entro il quale prendere una decisione. Significa dunque che la data del 28 luglio è una scelta autonoma del commissario». Attilio Visconti «ha tenuto a precisare quali sono le sue scelte e le sue intenzioni in merito, che mirano “alla tutela del lago di Garda e non del fiume Chiese“, e come intende procedere nella valutazione delle opzioni, che ha indicato esclusivamente nei due studi presentati dall'Università di Brescia per conto del gestore Acque Bresciane». L’unico elemento di confronto «sarà il tempo di dismissione della condotta fognaria sommersa. Secondo le affermazioni del commissario, in assenza di un documento ufficiale che indichi con esattezza la fine vita utile della sublacuale, la responsabilità dell'eventuale problema ambientale causato dal cedimento della condotta verrebbe imputato ai ritardi del commissario». Il termine «vita utile» di una struttura «è indicativo - insistono i comitati - e nel caso della sublacuale posata nel 1995, è stata certificata in 40-50 anni, vale a dire fino al 2035. Appare dunque evidente che la fretta relativa alla sua dismissione non è assolutamente giustificata». Secondo i due comitati, «gli enti coinvolti hanno perso anni proponendo soluzioni illogiche, che hanno diviso i territori. Il risultato è che ci troveremo a breve con l’imposizione del progetto Gavardo-Montichiari, che non risolverà nemmeno i problemi del lago di Garda». C.Reb.

Suggerimenti