Il 2020 conta 58 vittime «Sono ancora troppe»

di Silvana Salvadori
Nonostante il Covid ancora troppi i morti sulle strade bresciane
Nonostante il Covid ancora troppi i morti sulle strade bresciane
Nonostante il Covid ancora troppi i morti sulle strade bresciane
Nonostante il Covid ancora troppi i morti sulle strade bresciane

Avrebbero potuto, e dovuto, essere molti meno i morti sulle strade bresciane nel 2020, segnato dal Covid. Invece, nell’anno in cui si è registrato il primo lockdown mondiale in primavera, ben 58 croci sono rimaste sull’asfalto bresciano. MENTRE già si devono fare i conti con gli incidenti dalle tragiche conseguenze nel nuovo anno iniziato da poco, uno sguardo ai mesi da poco archiviati non rincuora. «Il conto delle vite spezzate sull’asfalto nel 2020 è più basso degli altri anni solo per via del lockdown a cui siamo stati sottoposti, non perché siamo diventati più bravi» è l’amara considerazione di Roberto Merli, presidente dell’associazione «Condividere la strada della vita», da sempre impegnata nel sensibilizzare gli utenti della strada a una maggiore responsabilità. E i dati gli danno ragione. Fra marzo e aprile, i mesi in cui a Brescia e nel mondo è scoppiata la pandemia da Covid-19, si sono registrati soltanto tre vittime in seguito a schianti tra veicoli, tutte nel terzo mese dell’anno, perché in aprile, per la prima volta, il triste conteggio è rimasto fermo. Ma non appena è stato possibile tornare ad una vita quasi normale, gli incidenti stradali, con conseguenze mortali, sulle strade bresciane hanno riconquistato attenzione. Quasi con furore. A maggio gli schianti mortali sono stati otto, addirittura dieci nel mese di giugno con il triste record di tre vite spezzate sulle strade bresciane nello stesso giorno (era il 9 giugno). A luglio non è andata molto meglio: nove le croci. In tre mesi, quindi, ben 27 le vite spezzate, un’enormità. In quelli successivi è andata meglio, anche se, ogni vita terminata sull’asfalto, ha un valore assoluto e insostituibile: ad agosto sono stati tre gli incidenti mortali, sette a settembre e ancora cinque a dicembre. Ottobre e novembre sono stati mesi più clementi con due sole vittime. Comunque troppe. Moltissimi i giovani coinvolti nelle tragedie: tra loro anche il piccolissimo Ettore, di soli dieci giorni, una delle tre vittime di marzo, deceduto per le conseguenze dell’incidente in cui è stata coinvolta l’auto su cui viaggiava con la mamma. I numeri non sempre riescono a fotografare con nitidezza le situazioni, ma è un dato di fatto che, l’anno scorso, la stragrande maggioranza delle vittime (44 su 58) era di sesso maschile e quasi sempre alla guida della propria auto o del mezzo di lavoro. Con l’arrivo della bella stagione, si è iniziato a registrare vittime anche fra i motociclisti: ben 13. «QUELLO da poco concluso resterà un anno anomalo, che non potrà entrare del tutto nelle statistiche visto quello che è accaduto durante la fase più critica dell’emergenza Covid - sottolinea Roberto Merli -. Ma fa comunque riflettere il fatto che, nonostante tutto, è ancora alto il numero di morti sulle strade». Anche per questo, l’associazione non ha smesso di lavorare pur non potendo entrare in contatto diretto con i ragazzi delle scuole superiori ai quali ogni anno vengono riservati incontri di sensibilizzazione. «Stiamo preparando uno spettacolo teatrale che porteremo negli istituti superiori fra qualche mese - conclude Roberto Merli -. Sarà pronto tra qualche mese e ci piacerebbe farlo arrivare anche a tutta la cittadinanza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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