REZZATO

L'addio a Valentina, dalla Russia con amore

di Luca Reboldi
Nata a Mosca nel 1922 ma «bresciana» da 70 anni era da sempre impegnata in tante attività sociali
Valentina Klisciaeva, con uno dei bambini del progetto Babamondo
Valentina Klisciaeva, con uno dei bambini del progetto Babamondo
Valentina Klisciaeva, con uno dei bambini del progetto Babamondo
Valentina Klisciaeva, con uno dei bambini del progetto Babamondo

Se n'è andata in silenzio, dopo una breve malattia, Valentina Klisciaeva, o semplicemente «babuscka» (nonna in lingua russa) così come la ricordano molti dei suoi bambini ormai divenuti adulti.Per settant'anni è stata cittadina di Rezzato, preziosa risorsa umana per la comunità che l'ha adottata: quando chiedi della signora Valentina ai suoi concittadini, tutti parlano di quanto il suo impegno nel sociale e la sua tenacia abbiano animato la sua vita e contribuito a cambiare quella di tanti altri. Una di quelle vite generose, solidali, che sono d'ispirazione.NATA NEL 1922 nella Mosca rivoluzionaria, all'età di 20 anni Valentina, brillante studentessa presso la facoltà di ingegneria aeronautica, deve subire la drammatica esperienza della deportazione in un campo di lavoro in Germania. Qui, proprio in questo luogo disumano, inizia la sua incredibile storia umana quando per caso incontra il rezzatese Oreste Ghidoni. I due fanno orari di lavoro diversi, ma ad unirli è una chitarra scordata che i due suonano in momenti diversi della giornata per i compagni del campo.Alla fine i due giovani, la ragazza di Mosca e il ragazzo di Rezzato, si conoscono e s'innamorano: finita la guerra, decidono di sposarsi. Giunta a Rezzato nell'agosto del 1945, Valentina impara presto l'italiano e, essendo una delle poche donne russe presenti nel Bresciano, decide di far fruttare la padronanza della propria lingua madre. Inizia così a collaborare con diverse aziende come traduttrice, servendosi anche delle proprie conoscenze ingegneristiche.Ma nella sua nuova vita bresciana non ci sarà soltanto il lavoro.IL SUO IMPEGNO nel sociale comincia più di vent'anni fa, quando a Rezzato si forma l'associazione «Babamondo». Valentina non fa mancare il suo apporto, anzi: fin da subito è in prima linea per facilitare l'accoglienza dei bambini russi della regione di Tula, ospitati a Rezzato da molte famiglie durante i mesi estivi.Poi altro, molto altro: si può certo dire che, senza il suo importante contributo sarebbe stato più lento e difficile l'avvicinamento tra Rezzato e la comunità russa di Bogoroditsk, suggellato dal gemellaggio del 2007. Tanti amici le hanno reso l'ultimo saluto l'altro ieri, nella chiesa di San Carlo, nel ricordo di una donna capace di creare un ponte tra due terre tra loro lontane. Questo ha donato a Rezzato con la sua generosità nonna-babuscka Valentina: la preziosa esperienza dell'incontro tra due diverse culture nel nome della solidarietà. COPYRIGHT

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