Terapia d’urto per il bosco soffocato da piante morte

di Fabrizio Vertua
Il bosco di Mompiano
Il bosco di Mompiano
Il bosco di Mompiano
Il bosco di Mompiano

Trentadue ettari di bosco che nell’arco di due anni torneranno a nuova vita. È questo lo scopo del progetto proposto dalla Fondazione Bobo Archetti onlus, in collaborazione con l'Associazione «Gnari dè Mompià», che ha ottenuto dalla Regione Lombardia, Servizio agricoltura e foreste il finanziamento a fondo perduto per la riqualificazione di un’area boschiva privata sulla quale nessuno interveniva più da 40 anni. NELL’ARCO dii due anni, entro la fine del 2022, l’intervento verrà sviluppato su due lotti di una zona boscata messa in ginocchio dalla siccità del 2003 e, successivamente, dalle tempeste che si sono succedute, l'ultima delle quali, particolarmente disastrosa, nel luglio del 2020. L’intervento è stato reso possibile grazie al Patto di Collaborazione siglato negli anni scorsi con il Comune di Brescia, che prevede una gestione condivisa dei boschi di proprietà della Fondazione a fini sperimentali, funzionali al miglioramento forestale del Parco delle Colline di Brescia. I due progetti di recupero del bosco alla sua funzione primaria sono stati predisposti tenendo conto di quanto viene attualmente fatto e programmato nelle aree demaniali del Parco. I lavori consentiranno di recuperare, attraverso un taglio mirato non di natura economica, le essenze di qualità, ridurre l’impatto delle piante morte a terra e morte in piedi, ma anche a consentire il mantenimento del sottobosco e dei numerosi sentieri, valorizzando la biodiversità della Valle di Mompiano. L’area di intervento, spiegano i promotori, non interessata dai precedenti lavori realizzati dalla Fondazione nel 2019, inizia da sopra i serbatoi dell’acqua di servizio alla Polveriera fino alla cresta del Ronco Fiorentino, in località Cappello Là, passando sulla strada vicinale della Cascina Margherita e poi, lungo il sentiero dei Brüsàcc, fino alla Pozza prospiciente il corso del torrente Val Fredda, a scendere fino al Rifugio della Valle di Mompiano. «Non si tratta di un intervento di taglio per ottenere un ritorno economico, considerato anche lo scarso valore del legname presente - spiega il presidente dei «Gnari de Mompià» Marco Palamenghi - ma di un intervento di recupero dell’area boschiva per salvaguardare e dare rilievo agli elementi di qualità. La quantità di piante morte, a terra o in piedi, è impressionante. I tecnici stimano dalle 600 alle 1.000 piante morte ad ettaro, oltre il doppio di quanto si ritrova in un bosco in buone condizioni. Non spaventi quindi se nei primi mesi l’impressione sarà un po’ desolante, ma a volte, per curare un malato, bisogna anche avere il coraggio di intervenire». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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