Battaglia navale: «Predore» contesa a colpi di ricorsi

di Simona Duci
La «Predore» è stata messa in acqua nella primavera del 2018 ma un guasto l’ha subito fatta rientrare in porto e non è più ripartita
La «Predore» è stata messa in acqua nella primavera del 2018 ma un guasto l’ha subito fatta rientrare in porto e non è più ripartita
La «Predore» è stata messa in acqua nella primavera del 2018 ma un guasto l’ha subito fatta rientrare in porto e non è più ripartita
La «Predore» è stata messa in acqua nella primavera del 2018 ma un guasto l’ha subito fatta rientrare in porto e non è più ripartita

Dal battesimo della motonave «Predore» sono passati due anni, ma di miglia la nuova imbarcazione della Navigazione Lago Iseo ne ha fatte poche, di fatto non è mai entrata in servizio. Un’imbarcazione di 30 metri, dislocamento di circa 100 tonnellate e 149 posti a sedere, 2,1 milioni di euro investiti, a fronte del bando che prevedeva 1,8 milioni, stanziati da Regione Lombardia. Sulla motonave si è aperto un duro contenzioso tra il costruttore la Zara Metalmeccanica di Venezia e la committente, la Navigazione Lago d’Iseo (NLI). La Zara ha depositato nell’ottobre scorso un esposto alla Procura di Bergamo, territorio nel quale ha sede la direzione della Navigazione Lago d’Iseo che sollecita indagini sui comportamenti tenuti dalla società di navigazione. NLI da parte sua ribatte che «competerà alle autorità giudiziarie l’accertamento delle responsabilità imputate all’appaltatore e dei danni subiti. Ad oggi abbiamo ottenuto già positivi accertamenti a nostro favore». Al centro della contesa, secondo Zara, un propulsore Siemens che per l’azienda non era compatibile con il progetto iniziale, oltre che a mancare di regolarità sulle normative del Registro italiano navale (Rina). Il 18 maggio 2018 la Predore viene varata sul Lago d’Iseo, ma alla quinta prova in acqua si rompe. NLI decide di rescindere il contratto con Zara per inadempimento, e Zara risponde passando alle vie legali. Ad oggi le chiavi della motonave sono nelle mani del costruttore. «Abbiamo bisogno di navi, non di cause - commenta il direttore di NLI Emiliano Zampoleri - l’unico pensiero ad oggi è quello di riavere l’imbarcazione, e metterla nelle mani di un armatore che la possa riportare in acqua». In un comunicato diffuso ieri NLI spiega che «alla società Zara è stato versato un importo pari a 1.741.490 euro, pari all’85% dell’importo contrattuale al netto delle ritenute previste. A seguito dell’Accertamento tecnico preliminare del Tribunale di Brescia del 25 luglio 2020, tutte le riserve avanzate dalla società Zara sono state sostanzialmente rigettate e riconosciute tutte le opere necessarie al completamento della motonave Predore. Si procederà nei prossimi mesi adottando i provvedimenti necessari per l’entrata in possesso della motonave, il recupero delle somme dovute e l’attuazione degli interventi necessari alla messa in servizio della stessa». Non è d’accordo Zara che in una nota a stretto giro di posta replica a NLI: «La relazione tecnica depositata dal Consulente del Tribunale di Brescia nell’ambito dell’accertamento tecnico preventivo ha dato esiti del tutto favorevoli a Zara Metalmeccanica. Zara Metalmeccanica con atto notificato il 27 luglio 2020 ha citato innanzi il Tribunale di Bergamo NLI affinché venga condannata al risarcimento dei danni arrecati in sede civile per un importo pari a 1.462.201,21 euro». •

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