Delitto Bani, il marito
omicida chiede notizie
dei figli sui social

Indagini dei carabinieri a Palazzolo poco dopo il delitto FOTOLIVEChaanbi Mootaz, marito di Daniela Bani, ricercato per il delitto
Indagini dei carabinieri a Palazzolo poco dopo il delitto FOTOLIVEChaanbi Mootaz, marito di Daniela Bani, ricercato per il delitto
Indagini dei carabinieri a Palazzolo poco dopo il delitto FOTOLIVEChaanbi Mootaz, marito di Daniela Bani, ricercato per il delitto
Indagini dei carabinieri a Palazzolo poco dopo il delitto FOTOLIVEChaanbi Mootaz, marito di Daniela Bani, ricercato per il delitto

Quegli istanti terribili, ma anche quelli non meno pesanti che li avevano preceduti. E il dramma senza fine che ne è seguito. Nel processo per l’omicidio di Daniela Bani, avvenuto a Palazzolo il 22 settembre 2014, ieri è stato innanzitutto il giorno delle deposizioni dei familiari.

Sono stati sentiti, nell’udienza, anche altri testi rilevanti. Ma tutta la tragedia di quel giorno si è colta nelle parole della madre, del padre e del fratello della 30enne uccisa a coltellate dal marito tunisino Chaanbi Mootaz, attualmente latitante.

Il nordafricano aveva raggiunto la nazione d’origine la sera stessa del delitto, con un aereo da Orio al Serio. Lì era stata trovata l’auto, una Focus, che utilizzava a Palazzolo, il paese in cui viveva con la moglie e i due figli, ma dove a poca distanza abitavano anche i familiari di lei.

Tra i momenti più drammatici delle deposizioni c’è stata la telefonata con cui l’imputato, la sera del delitto, dalla Tunisia, rivelò cosa fosse successo. Prima di lasciare l’Italia e dopo l’omicidio, avvenuto nella casa in cui viveva con i figli, aveva affidato i bambini a un amico dicendogli di portarli dai suoceri la sera.

La madre di Daniela rimase particolarmente sorpresa nel trovarsi di fronte i nipotini, sapendo che mai la figlia li avrebbe affidati ad altri. L’amico che li aveva tenuti con sè nel pomeriggio proprio in quell’istante ricevette una telefonata dall’omicida. La madre di Daniela riuscì a quel punto a impossessarsi del telefono, ma cadde la linea. Fu il fratello di Daniela che riuscì a farsi dare il numero tunisino e a chiamare il cognato che gli ha risposto: «Io ho cercato di fargliela capire in tutti i modi. La trovate in casa». E il fratello: «È morta?». La risposta fu: «Sì». A quel punto l’ira del fratello e le risposte dell’ormai ex cognato: «Vieni pure, va benissimo, ti aspetto».

Ma perchè la situazione, comunque mai serena era degenerata quel giorno? Secondo i familiari della vittima perchè l’omicida aveva capito che «la moglie era risoluta ad andarsene». E pare avesse trovato anche chi fosse disposto ad aiutarla per il lavoro.

NELL’UDIENZA di ieri, attraverso una testimone, si è appreso poi che l’ex marito, attraverso profili Facebook non suoi cerca di avere notizie dei figli. E avrebbe confidato anche una dinamica dell’omicidio:«Sono andato in cucina, ho preso un coltello, alzato il volume della televisione e l’ho colpita alla schiena».M.P.

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