Il v icesindaco-infermiera torna in trincea

Terapia intensiva: negli ospedali è il campo di battaglia dove vengono curati i malati di Coronavirus
Terapia intensiva: negli ospedali è il campo di battaglia dove vengono curati i malati di Coronavirus
Terapia intensiva: negli ospedali è il campo di battaglia dove vengono curati i malati di Coronavirus
Terapia intensiva: negli ospedali è il campo di battaglia dove vengono curati i malati di Coronavirus

Alessandro Romele «Ho sentito i miei vecchi colleghi e ho capito che serviva una mano. Così ho deciso di propormi e di ritornare a lavorare all’Ospedale». E mai candidatura fu più che accetta, e con emozione. Vicesindaco e assessore al turismo a Paratico, Silvia Marzoli ha lavorato come infermiera nel reparto di Terapia intensiva per 8 anni in un grande ospedale bresciano. Poi due anni fa ha frequentato un master e ha scelto un’altra via lavorativa. Ma partita l’emergenza Coronavirus, si è trovata come tanti a casa, alle prese con lo smart working: ha quindi fatto una riflessione seria. La sua esperienza sarebbe potuta tornare utile per chi sta combattendo contro il virus. «HO DECISO di propormi volontariamente alla medesima struttura in cui ho passato anni - rivela Silvia Marzoli -. Nei fine settimana torno a lavorare in ospedale, nel reparto oggi più complicato: sì, sono infermiera nella Terapia intensiva». L’assistenza al malato è un lavoro che mette a dura prova in questa situazione: gli infermieri sono costretti a lavorare bardati nei presidi antivirali ore su ore. «Quello che è più stressante è il non sapere quanto potrà durare questa emergenza - confida il vicesindaco -. Abbiamo a che fare con malati con gravi insufficienze respiratorie. Vedere la paura nei loro occhi è drammatico». ANCHE A QUESTO servono gli angeli in corsia: portare un conforto e al tempo stesso dimostrarsi forti per sopperire alle debolezze dei ricoverati. «La cosa incoraggiante - spiega - è che molti pazienti guariscono, ma davvero è un continuo lavoro. Una situazione molto complicata, tenendo conto che i posti sono limitati. Io lavoro solamente nel fine settimana in ospedale, ma vedo colleghi stremati, bisognosi di riposarsi, che nonostante tutto vanno avanti nella loro missione di tentare di salvare vite umane». Parole di speranza, infine: «Ne usciremo - afferma Silvia -. Ma quello che stiamo vivendo ci cambierà. •

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