Morto appena assunto La comunità di Coccaglio sconvolta e sotto shock

di G.C.C.
La scena del dramma
La scena del dramma
La scena del dramma
La scena del dramma

Sono stati in tanti, ieri, ad avvicinarsi alla sala mortuaria del cimitero di Coccaglio nella quale don Gianfranco Rossi, parroco dal primo ottobre, si è fermato a pregare sulla salma di Gabriele Castaldello, il 57enne di Chiari ucciso giovedì da un malore pochi minuti dopo aver assaporato la gioia di aver trovato lavoro. LA SCENA ha commosso ulteriormente le persone arrivate nel camposanto per la tradizionale visita ai defunti, perché attorno a quel corpo senza vita, in attesa che l’unico parente, un fratello residente a Rovigo, si occupi del funerale, non c’era nessuno. Castaldello è morto al volante della sua Panda: aveva fatto solo pochi metri uscendo dal cortile della carrozzeria nella quale avrebbe dovuto iniziare a lavorare lunedì. E don Gianfranco, da un mese alla guida della parrocchia di Santa Maria Nascente, anche lui in visita al cimitero, ha deciso di soffermarsi sul corpo di un uomo sfortunato; un corpo che il magistrato ha affidato in custodia al Comune, appunto in attesa che il fratello organizzi la sepoltura. La notizia della morte dell’operaio, e ovviamente in particolare le circostanze della scomparsa, di un addio così beffardo, hanno fatto rapidamente il giro del paese suscitando commozione. E ha colpito anche la necessaria, lunga permanenza sull’asfalto, giovedì pomeriggio, del corpo del 57enne: dopo il referto del medico il magistrato ha autorizzato la consegna alla famiglia, ma le difficoltà nel rintracciare i parenti hanno obbligato i carabinieri a vegliare sul defunto; fino al contatto col fratello lontano e appunto all’affidamento temporaneo al Comune.

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