«Movida» proibita nell’area protetta

di S.DUC.
I rifiuti abbandonati nell’oasi
I rifiuti abbandonati nell’oasi
I rifiuti abbandonati nell’oasi
I rifiuti abbandonati nell’oasi

Falò, bivacchi, fiumi di birra e immancabile scia di rifiuti abbandonati nell’oasi. Le Torbiere sono diventate una zona franca della...zona rossa. Nonostante il lockdown e i controlli mirati di carabinieri e Polizia locale, la Riserva presenta troppe vie di ingresso e fuga per chi decide scampagnate by night. Il fenomeno sembra ormai incontrollabile come dimostra l’imponente quantità di bottiglie e avanzi di pic-nic abusivi raccolta dai volontari. Di notte, oltre ai pescatori di frodo, le Torbiere diventano meta di compagnie di giovani che bevono, mangiano, ascoltano musica e se le temperature lo permettono dormono nella zona umida. L’altra mattina gli Amici della Riserva, hanno recuperato e smaltito i vuoti di oltre duecento bottiglie di birra, cartoni, plastica e lattine. «In periodo di lockdown – spiegano i volontari - con bar e locali chiusi, le Torbiere sono diventate una sorta di luogo di ritrovo della movida. Questi sono tra i comportamenti che le guardie dovranno assolutamente reprimere non appena la recente convenzione siglata sarà finalmente operativa». Due sere fa richiamati dagli bagliori di un falò acceso sono intervenute le forze dell’ordine, ma al loro arrivo il fuoco era stato spento e i responsabili si erano dileguati nella notte. La speranza è riposta nell’avvio del servizio di vigilanza da parte di Oipa e Lac che dovrebbe partire il 4 dicembre. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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