Nel Bresciano in un anno abbattuti oltre 1.130 capi «Ma il Governo ci ostacola»

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Caccia: Fabio Rolfi chiede al Governo di uscire dall’ambiguità
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Caccia: Fabio Rolfi chiede al Governo di uscire dall’ambiguità
Caccia: Fabio Rolfi chiede al Governo di uscire dall’ambiguità

Nel 2019 in provincia di Brescia sono stati abbattuti 1138 cinghiali grazie alle azioni programmate dalla Regione: quindici attraverso i piani di controllo, 211 con la caccia di selezione e 912 attraverso le battute collettive. «Il proliferare incontrollato di cinghiali, di caprioli, di cervi, di nutrie, di lepri, di daini e di tutta la fauna selvatica è una sciagura per l’agricoltura lombarda e per la sicurezza delle persone - osserva l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi -. Nel 2018 erano stati 54 gli incidenti stradali causati da questi animali nella nostra provincia. La Regione è intervenuta in maniera massiccia con piani di controllo provinciale e con la caccia di selezione. Il Governo ora deve agire in modo concreto, non ideologico». QUESTI RISULTATI sono stati ottenuti «grazie ai cacciatori, sfruttando ogni possibilità che legge consente e usufruendo dell’impegno volontario di chi esercita l’attività venatoria - incalza Fabio Rolfi -. Ora è tempo che il governo semplifichi le procedure e riconosca la figura dei selecontrollori ossia cacciatori già formati che possono attuare i piani di controllo in maniera volontaria. La politica deve abbandonare ogni ideologia sull’utilizzo della caccia - prosegue l’assessore regionale all’Agricoltura - che è una attività di presidio dell’ambiente, per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema e ad evitare pericoloso squilibri nelle biodiversità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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