Ostaggi alle Canarie, l’incubo sta per finire

di Alessandro Romele
Giuliana, Luigina e Gianna Picchi durante la vacanza diventata un incubo
Giuliana, Luigina e Gianna Picchi durante la vacanza diventata un incubo
Giuliana, Luigina e Gianna Picchi durante la vacanza diventata un incubo
Giuliana, Luigina e Gianna Picchi durante la vacanza diventata un incubo

L’accorato lanciato attraverso Bresciaoggi non è caduto nel vuoto. L’esilio dorato, ma pur sempre un esilio sta per finire. Nei prossimi giorni torneranno a Sale Marasino Giuliana e Luigina Picchi bloccate da cinque mesi su un’isola delle Canarie a causa del blocco globale imposto dalla pandemia da coronavirus. Con loro rimpatrieranno anche le ceneri della sorella Gianna morta a 84 anni in un tragico incidente domestico durante la vacanza a Fuerteventura. La situazione si è sbloccata grazie all’intervento della Farnesina incalzata da un parlamentare bresciano che si è preso a cuore il caso. Il rischio concreto era che le sorelle dovessero restare alle Canarie fino ad agosto. Ma invece sono stati reperiti due biglietti d’aereo per i primi di giugno. «CI SEMBRAVA di essere in prigione, e ora finalmente vediamo la libertà», afferma Luigina Picchi, 76 anni, contattata via skipe da Bresciaoggi. Le due sorelle, molto provate dalla morte di Gianna vittima di una rovinosa caduta dalle scale, avevano girato un video in cui si lasciano andare a commenti non troppo lusinghieri nei confronti del Governo. La clip, prima di essere rimossa, è diventata virale su Youtube. Del resto le due sorelle di Sale Marasino si erano fatte portavoce dell’indignazione di moltissimi italiani bloccati all’estero come loro. Sulla scorta del video e dell’articolo di Bresciaoggi, la Farnesina si è mobilitata reperendo due posti sul volo che decollerà per Roma il 3 giugno. «Siamo davvero contente – ammette Giuliana Picchi, 84 anni – e quando ci è stato confermato l'aereo abbiamo pianto dalla commozione. Eravamo davvero stanche, perché 5 mesi sono lunghi, se consideriamo poi il fatto che da marzo siamo state costrette alla quarantena a causa del virus, chiuse in casa, con il solo schermo del telefono a fare da finestra sul mondo». COSA FARANNO, come prima cosa, al loro rientro? «Semplice – continua Luigina – abbracceremo tutti i nostri famigliari e, idealmente, tutti quelli che ci hanno dato una mano in questo periodo!». I ringraziamenti si sprecano. «Siamo grate a Mattia Zanardini, assessore di Sale Marasino che si era interessato per primo al nostro caso», afferma Giuliana. Zanardini ha contattato l'onorevole Paolo Formentini, che a sua volta ha chiesto alla Farnesina un intervento che, vista la situazione, era molto complicato. «Ci sono stati vicini in tanti – ammette Luigina – anche le famiglie del quartiere. Soprattutto dal momento in cui è mancata Gianna: è stata dura, molto dura. Ma fortunatamente abbiamo sempre avuto qualcuno con cui condividere le nostre giornate». RIMANE UN LEGITTIMO dubbio, che vale anche per diversi casi analoghi: davvero il caso era così complicato da risolvere? La risposta, probabilmente, non la si saprà mai. «Non abbiamo mai avuto una risposta concreta da nessuno, ne dal console italiano. ne da parte dello Stato - sottolinea Giuliana -. Non nascondo che ci siamo sentite delle italiane di serie B. E noi eravamo comunque in una località turistica: penso all’angoscia delle persone che si sono ritrovate di colpo da sole in una zona sperduta del mondo». Ora però è tutto finito: «Se ritorneremo a Fuerteventura? La vita è imprevedibile, lo abbiamo imparato a nostre spese. Ma mai dire mai...qui si sta bene, il clima è ottimo. Ma ora, pensiamo solo a ritornare a casa nostra», spiega Luigina che con la sorella in attesa di tornare in Italia ha iniziato a collaborare con una associazione no profit, recuperando i tappi delle bottiglie, per realizzare progetti per i disabili. Una circostanza che la dice lunga sulla forza d’animo e la la generosità delle due anziane sorelle. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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