Passione funghi Sul Sebino arriva l’onda dei porcini

di Alessandro Romele
Un fungo porcino: nei boschi del lago d’Iseo è iniziata la raccoltaMazze di tamburo: è una delle specie già molto presenti sul SebinoLa velenosa amanita falloide:  tra i funghi  più pericolosi sul territorio
Un fungo porcino: nei boschi del lago d’Iseo è iniziata la raccoltaMazze di tamburo: è una delle specie già molto presenti sul SebinoLa velenosa amanita falloide: tra i funghi più pericolosi sul territorio
Un fungo porcino: nei boschi del lago d’Iseo è iniziata la raccoltaMazze di tamburo: è una delle specie già molto presenti sul SebinoLa velenosa amanita falloide:  tra i funghi  più pericolosi sul territorio
Un fungo porcino: nei boschi del lago d’Iseo è iniziata la raccoltaMazze di tamburo: è una delle specie già molto presenti sul SebinoLa velenosa amanita falloide: tra i funghi più pericolosi sul territorio

È già tempo di funghi sui monti del Sebino bresciano: Il clima degli ultimi giorni ha favorito la crescita dei prelibati miceti e ha contribuito a regalare le prime soddisfazioni ai cercatori, saliti in quota per dare inizio alla stagione. Sono però giornate per pochi: la tarda primavera è una fase, come spiegano i micologi, in cui solo i più esperti riescono a scovare e a raccogliere un bottino soddisfacente. NEI BOSCHI, in questi giorni, si trovano prevalentemente i porcini, anche di grosse dimensioni, quindi Russule e Macrolepiota, ovvero le mazze di tamburo. «Il clima - sottolinea l'esperto micologo Alberto Zanoni - con l'alternanza tra umido, basse temperature e sole, è un mix ideale per la proliferazione dei funghi. Potrebbero essere mesi di grandi soddisfazioni, per gli appassionati». In montagna, nella Val Palot o sulle colline del centro Sebino che si affacciano sul lago d'Iseo, si iniziano ad intravedere i cercatori che, muniti di cesto, si aggirano nel sottobosco, gelosi dei propri «posti giusti». Ed è allora anche il tempo delle raccomandazioni: «Importante - continua Zanoni - è tenere ben presente la tossicità dei funghi, tipica e insita anche in quelli commestibili. Questo significa che non bisogna abusarne, nè prolungare il consumo». Altrettanto fondamentale è conoscere le specie, in particolare quelle non commestibili presenti anche sul territorio della bassa Vallecamonica: ci sono diverse amanite, fra cui la mortale falloide. «Nonostante gli sforzi profusi dalle Ats e dai circoli micologici, ogni anno ci si trova a confrontarsi con alti numeri di intossicazioni, gravi o meno gravi. Serve attenzione. L'unico modo per essere certi della validità del raccolto - conferma il micologo - è proprio quello di farlo valutare dagli ispettori micologici che lavorano in tutte le Ats, e che possono indicare anche le modalità di conservazione e di consumo». •

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