Strage di pesci nell’area protetta Caccia allo scarico

di Alessandro Romele
L’area delle Lamette in TorbieraSono a colpo d’occhio diverse centinaia, o più probabilmente migliaia, i pesci morti nel canale di collegamento tra le Lame e le Lamette
L’area delle Lamette in TorbieraSono a colpo d’occhio diverse centinaia, o più probabilmente migliaia, i pesci morti nel canale di collegamento tra le Lame e le Lamette
L’area delle Lamette in TorbieraSono a colpo d’occhio diverse centinaia, o più probabilmente migliaia, i pesci morti nel canale di collegamento tra le Lame e le Lamette
L’area delle Lamette in TorbieraSono a colpo d’occhio diverse centinaia, o più probabilmente migliaia, i pesci morti nel canale di collegamento tra le Lame e le Lamette

Ennesimo episodio di inquinamento ambientale sul territorio del basso lago d’Iseo. Ancora una volta, l’area interessata è quella delle Torbiere del Sebino: un colpo al cuore della Riserva naturale, uno sversamento probabilmente doloso che ha lasciato sul posto centinaia. ma a colpo d’occhio potrebbero essere migliaia, di pesci morti. Pesci piccolissimi, per la maggior parte, avannotti o poco più. Soprattutto esemplari giovanissimi di scardole, triotti, alborelle e carpe, sono stati trovati morti tra i canneti nel canale di collegamento tra la zona delle Lame e quella delle Lamette, sulla parte delle Torbiere che si affaccia sul lago, nelle vicinanze della località Ciochèt. A DARE L’ALLARME è stato proprio il presidente dell’ente gestore della Riserva, Gianbattista Bosio: «Appena scoperta la moria di pesci, abbiamo subito allertato la Polizia provinciale - spiega - e gli agenti del Nucleo ambientale, che sono giunti sul posto immediatamente per svolgere i rilievi». Toccherà agli uomini al comando del commissario Fabio Peluso scoprire che cosa possa sia successo. Non ci sono, nelle immediate vicinanze, industrie o attività simili, ma è molto probabile che degli agenti inquinanti (di cui va innanzitutto accertata la tipologia) siano stati versati illegalmente nel canale, che è largo fino a tre metri ma di bassa profondità, dunque molto vulnerabile, che passa sotto la strada provinciale 11. La Polizia Provinciale sta anche valutando la presenza di condotte di scarico, abusive o meno, che arrivano in torbiera dai vicini centri abitati. IL DANNO AMBIENTALE è amplificato dal fatto che si sia verificato in una zona di grande valenza naturalistica. Esattamente un mese fa, nella caserma di Brescia, il commissario Peluso aveva parlato alla stampa dei 75 fascicoli aperti nel 2019 per quanto riguarda i reati ambientali e dei 122 invece attivati dalle Guardie ecologiche volontarie. Il 2020 non inizia meglio. •

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