8 Marzo, serve un vero cambio di rotta

Non si tratta purtroppo dell’effetto di una maggiore attenzione mediatica: i numeri delle violenze di genere sono sempre grandi, intollerabili, e il fenomeno è stato sicuramente ampliato dall’obbligo alla convivenza forzata imposto dalle regole sul distanziamento sociale. Sembra insomma chiaro che serva un rapido cambio di rotta delle politiche di contrasto di questo problema. Una richiesta in questa direzione arriva dalle organizzazioni di tutela e dal movimento femminista, che insieme hanno deciso di indire uno sciopero proprio oggi, in occasione della Giornata delle donne. Alla mobilitazione dell’8 Marzo hanno aderito anche le operatrici professioniste e volontarie del Centro antiviolenza «Donne e diritti» di Darfo e della Casa rifugio «Casa Daphne». La pandemia ha fatto crescere la consapevolezza che, su questo tema, sono indispensabili interventi strutturali e non politiche legate semplicemente all’urgenza. «L’emergenza sanitaria ha ulteriormente evidenziato che i carichi del lavoro di cura sono tutti sulle spalle delle donne, e che le donne sono le prime a essere espulse dal mondo del lavoro in momenti di crisi - ricordano dalle due strutture di accoglienza -. Ci opponiamo alla prospettiva di restare confinate nelle case, magari in una relazione di controllo e coercizione, quando non esplicitamente di violenza fisica». Aderendo allo sciopero, le operatrici chiedono finanziamenti strutturali per i centri antiviolenza e le case rifugio, perché «queste realtà devono mantenere la loro indipendenza al fine di poter agire nell’interesse esclusivo delle donne e dei minori». Più fondi a disposizione e servizi a sostegno del lavoro di cura e della socializzazione, insomma, oggi quasi esclusivamente sulle spalle del mondo femminile. Un’altra richiesta collegata alla protesta calendarizzata per oggi riguarda «la costruzione di una nuova politica del lavoro per le donne che ne faciliti l’autonomia economica, indispensabile per poter realizzare percorsi di emancipazione dalla violenza domestica». Infine, serve «un rapido adeguamento, anche legislativo, alle disposizioni della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza domestica». Lo sportello di assistenza di Darfo resterà quindi chiuso quest’oggi, e saranno garantiti solo gli interventi in emergenza, attraverso la reperibilità 24 ore su 24, alle forze dell’ordine, ai servizi sociali e alle strutture di pronto soccorso. •. G.Gan.

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