Alberghi, un altro flop Restano solo i crediti

Altre vicende  fallimentari nella storia di Montecampione
Altre vicende fallimentari nella storia di Montecampione
Altre vicende  fallimentari nella storia di Montecampione
Altre vicende fallimentari nella storia di Montecampione

•• C’è stata una tappa importante, giorno fa, nella vicenda del fallimento della società «Stella Alpina», quella che si era fatta carico di un rilancio mai avvenuto degli alberghi di Montecampione. La giudice Francesca Bortolotti e il curatore Alessandro Zadra hanno tenuto la prima udienza per l’analisi dello stato passivo, e in quella occasione si sono costituite come creditrici cinque realtà: il Consorzio dei residenti, il Comune di Artogne, l’ente Le Baite, la Renovo srl di Bolzano e un investitore che opera tra Londra e Piacenza. Sommando quanto richiesto, tra privilegiati e chirografari la cifra totale ammonta a un milione e 658mila euro. Il giudice delegato ha deciso di riconoscere ai privilegiati 727mila euro e ai chirografari 851.712, escludendone così oltre 80mila dall’ammontare delle pretese. Al Comune di Artogne, che alla Stella Alpina fallita reclama imposte locali mai versate, è stata riconosciuta la cifra maggiore: 448.366 nella categoria privilegiati e 120.803 in quella chirografari. Rimane aperto il problema del contenzioso tributario per escludere l’applicazione della Tari e chiedere la riduzione dell’Imu. Per l’ente Le Baite, che gestisce il complesso residenziale di quota 1.800 e alcuni immobili ai Prati di Preottone, sono stati ammessi nella categoria ipotecari 269.871 euro, e in più 8.781 sempre per gli stessi immobili. Inoltre sono stati ammessi come chirografari altri 154.363. Passiamo al Consorzio residenti, proprio la realtà che aveva avviato la richiesta di fallimento per il mancato pagamento delle quote associative: a quest’ultimo non è stato riconosciuto il privilegio perché il credito, scrive il giudice, «si riferisce a una più vasta attività svolta dal creditore, quali servizi alla collettività del comprensorio, quindi non unicamente attività di esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere di miglioramento fondiario». Nessun privilegio nemmeno per crediti e tributi, in quanto riguardano Stato ed enti pubblici. Ma sono stati ammessi 65.862 euro per la categoria chirografari. Infine la srl Renovo, ammessa nel passivo per 77mila euro per quota capitale in via chirografaria, mentre il socio londinese si è visto riconoscere 433mila euro sempre nella categoria chirografari. Naturalmente è molto difficile che tutti questi soldi arrivino ai creditori: il fallimento non potrà produrre così tanto e qualcuno è destinato inevitabilmete a rimanere a bocca asciutta. •. D.Ben.

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