Valcamonica

Assalto e rapina al portavalori: spariscono 370 mila euro

di Mario Pari
Due banditi armati di pistola in azione all'alba tra Ceto e Braone. Il denaro era in cinque valigette. Il racconto della guardia giurata: furgone bloccato da un'auto che gli taglia la strada
Un furgone portavalori in un'immagine d'archivio
Un furgone portavalori in un'immagine d'archivio
Un furgone portavalori in un'immagine d'archivio
Un furgone portavalori in un'immagine d'archivio

Un’alba gialla di cui si stanno occupando carabinieri e procura. Con diversi punti su cui far luce e chiarire. Come del resto capita in ogni rapina di «spessore» che si rispetti. E quando c’è di mezzo un bottino di 370 mila euro, non è certo cosa da poco.

Secondo quanto è stato denunciato, è stata messa a segno tra Ceto e Braone, intorno alle 6.30 di martedì. Si tratterebbe di un assalto a un portavalori. Sul veicolo, di proprietà di un grosso istituto di vigilanza e sicurezza, ci sarebbe stata solo una persona. Il denaro, a quanto si è appreso era ripartito in cinque valigette e sarebbe stato destinato a filiali di banche e uffici postali. Ma non è mai arrivato in alcuna delle destinazioni, le valigette hanno preso un’altra strada. Quella che per un furgone portavalori, purtroppo rappresenta l’inizio della fine della propria missione.

La ricostruzione fornita da chi si trovava sul furgone, quindi, arriva al punto in cui le strade della sicurezza e della malavita s’incrociano. È un punto ben chiaro perché in mezzo alla strada che il portavalori sta percorrendo, c’è una vettura. Una macchina che, sarebbe stato riferito, ha tagliato la strada e impedito al furgone di proseguire.

Ne sono scesi, è stato spiegato, due uomini armati di pistola che hanno intimato al conducente di scendere. Tutto, sui monti della valle sarebbe accaduto senza spari, e quel che più conta, senza feriti. Una volta impossessati dei 370 mila euro, i due malviventi sono fuggiti.

Quando il conducente del furgone è riuscito a dare l’allarme, sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Breno ed è stata informata la procura in modo tale da far partire immediatamente le indagini. Gli accertamenti, com’è facilmente comprensibile riguardano innanzitutto la ricostruzione fornita agli inquirenti e agli investigatori. In questa fase si tratta di raccogliere quanti più dettagli possibili per risalire ai due rapinatori. Malviventi che, difficile ignorare quest’aspetto, erano a conoscenza del tragitto che il furgone avrebbe compiuto. Difficile che l’assalto sia stato azzardato all’improvviso, senza un piano.

Il bottino non è uno dei più alti mai finiti nelle mani di bande dei portavalori, però la cifra è rispettabile. Anche questo aspetto, e quindi il fatto di non trovarsi di fronte a un dispositivo di sicurezza come quelli che vengono predisposti per somme più alte, può avere inciso sulla decisione di colpire. Le indagini, in ogni caso, stanno procedendo senza sosta e ogni ora potrebbe portare a sviluppi importanti nella risoluzione del caso.

Un fatto che comunque per la Valle Camonica rappresenta una sorta di inedito, rigorosamente non richiesto. E che evidentemente non può non fare pensare a una conoscenza stretta dell’attività, almeno in quella zona, dell’istituto di vigilanza, con riferimento al trasporto di valuta. Senza questa conoscenza il colpo sarebbe stato di fatto impossibile. Da parte degli inquirenti, come sempre in questi casi, si tratta di approfondire tutto il materiale di cui dispongono. Dalle testimonianze alle immagini delle telecamere dei sistemi di videosorveglianza. Tutto ciò dovrà essere intrecciato con quanto ha riferito il conducente che, evidentemente, rimane la fonte di informazioni principale per gli investigatori.

Un caso di gran lunga inferiore rispetto a quello della tentata rapina a Calcinato, dove, nei mesi scorsi venne sventata una rapina, progettata da mesi, a un caveau. In questo caso è stato un assalto a un furgone. Ma, evitarlo, richiede sempre il ricorso alla massima attenzione.

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