Bienno, nel bar fuori dal tempo il caffè si gusta in un salotto

di Claudia Venturelli
Franca Rizzieri dietro il bancone del suo locale fuori dal tempoUna istantanea del bar «Antico» di Bienno affacciato sul vaso Re
Franca Rizzieri dietro il bancone del suo locale fuori dal tempoUna istantanea del bar «Antico» di Bienno affacciato sul vaso Re
Franca Rizzieri dietro il bancone del suo locale fuori dal tempoUna istantanea del bar «Antico» di Bienno affacciato sul vaso Re
Franca Rizzieri dietro il bancone del suo locale fuori dal tempoUna istantanea del bar «Antico» di Bienno affacciato sul vaso Re

Basta scorrere i punteggi di Tripadvisor per scoprire che questo posto ha una valutazione molto più alta di tanti altri bar più alla moda. Qui varchi la soglia e vieni catapultato in un’altra epoca. Dall’arredamento alla proprietaria, passando dal modo in cui ti accoglie. Pochi convenevoli, ma c’è una cosa che non manca mai, ed è il suo caloroso benvenuto. Perché Franca Rizzieri ti apre le porte del suo bar «Antico», ma in fondo ti accoglie a casa sua. È sempre stato così. «Hanno provato a mandarmi in collegio - racconta - ma si vede che io volevo stare con la mamma. Sono cresciuta qui e ho portato avanti quello che hanno costruito i miei genitori». Solo che oggi questa barista ha 83 anni, e nonostante l’età tutte le mattine, verso le 9, gira la chiave e apre il locale che resta accessibile fino a sera. «Intanto che riesco lo faccio, ma è faticoso - ammette -. Quel giorno che non riuscirò più smetterò di aprire la porta». Qualcuno lo ha definito «una bolla del tempo», ed è un locale semplice nella parte più antica di Bienno, dove il tempo pare essersi fermato. Affacciato sul vaso Re, già premiato dalla Regione, ha arredi originali, il calendario di papa Francesco e una poesia dedicata appesi e una luce forte che lo invade. Niente spritz o brioche fresche. Qui si trova bene chi non ha pretese e si accontenta: «I giovani oggi vogliono bere l’aperitivo in quelle coppe grandi e mangiare tartine. Io qui faccio il pirlo semplice, ci metto una fettina di limone e lo servo». E qui sta il bello: con il suo incedere lento è lei che ti serve quello che ordini al tavolo. La stessa che fa i caffè e i cappucci, lava tutto a mano e prepara cantucci e vin santo («quella è la vera tipicità del mio bar, tanti vengono per quello). Fa tutto lei e qui c’è un via vai continuo di habitué. Gente del posto che ama questo angolo non contaminato dalla modernità. Il bancone è lì da quando il locale è stato aperto. Così tutto quello che trovi guardandoti in giro. Solo la clientela è cambiata, molto rispetto a quando lei, piccola piccola, affiancava i genitori: «Anche i forestieri che vengono durante la mostra mercato poi vengono anche durante l’anno. Vanno al mulino a prendere la farina e poi vengono qui a bere il caffè». Confinato nella prima metà del secolo scorso, il bar Antico in fondo è una stanza dentro l’abitazione della sua proprietaria. «Senti che profumino - dice qualcuno -, ci fermiamo qui a pranzo. Ma io non faccio da mangiare, solo che cucino, magari il sabato sera per la domenica, e il profumo si diffonde anche nel bar». Impossibile scindere le due cose. Anche se Franca ha il desiderio di passare il testimone a qualcuno che possa amare questo posto almeno quanto lo ha amato lei in tutta la sua vita.•.

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