Castagni e betulle della Valcamonica Il fascino dei «caldi» colori invernali

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Pecore ai piedi del castagno
Pecore ai piedi del castagno
Pecore ai piedi del castagno
Pecore ai piedi del castagno

Infine, dopo la grande accensione di colori autunnali di cui resta soltanto qualche sprazzo bruno-rossastro, arriva per gli amanti degli alberi e dei boschi, il tempo novembrino e dicembrino delle forme essenziali e del disegno, nel senso che si vorrebbe quasi che la macchina fotografica, al posto di riprodurre i colori, disegnasse come la matita di un artista. I grandi alberi secolari, castagni nella fattispecie, rinunciano a fare le primedonne, per assumersi il ruolo di punti di riferimento, dai quali il passeggiatore solitario muove i passi e gli sguardi alla ricerca di intrecci, arabeschi, contorcimenti multipli di rami grandi e piccoli capaci di accendere l’anima e di farlo fantasticare in una rete di pensieri, emozioni e sensazioni, specchio interiore del barocco groviglio vegetale che si para davanti ai suoi occhi. Ogni bosco, purché non eccessivamente antropizzato, è bello e può essere meta di una passeggiata quando l’autunno volge al suo termine. Per questa occasione si può scegliere la Valcamonica, più precisamente il versante boscoso che, all’interno del Parco Adamello, scende da Paspardo verso la cosiddetta Deria e Capo di Ponte, si allunga verso Grevo e sale verso nord-est a fare da dirimpettaio a Cevo. Da Capo di Ponte, in automobile, si imbocca la strada per Paspardo e, una volta oltrepassato al primo tornante, il bellissimo monastero di San Salvatore, si continua fino al bivio dove, invece di girare a destra per Paspardo, si prosegue fino a che la strada termina davanti al cancello chiuso della centrale di San Fiorano dell’Enel. Si lascia l’auto a fianco della strada e si inizia la camminata sulla via sterrata a fianco del sito dell’Enel, via che si addentra ben presto in salita nel bosco. E’ in prevalenza un bosco di castagni, allietato man mano che si sale – dopo un bivio al quale si tiene la destra - da qualche allegra lingua di biancheggianti betulle e da un paio di baite poste su panoramici dossi. Si raggiunge così una radura con cascina sulla destra, cani e, talora, un gregge di pecore. E di fronte alla cascina c’è un grosso castagno tripartito. Da lì in poi si infili lo sguardo nel bosco a destra e a sinistra: gli alberi spogli esibiranno le loro suggestive forme ammirando le quali si arriverà nella magnifica piana del Mes Clef e sembrerà di poter toccare l’abitato di Cevo, sull’altro lato della valle. •

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