Che è un progetto di inclusione lo si capisce dal titolo, «Centro anch’io». Ma è nei locali della «Casa del fanciullo» di Darfo, oggi costola della cooperativa Arcobaleno, che si percepisce la vera mission, «non lasciare da solo nessuno». È grazie a questo spirito che è nato e che ha ricevuto il contributo della Fondazione Comunità bresciana e l’appoggio del Comune di Darfo, ed è grazie a questo spirito che opera. «È un progetto ambizioso - afferma la responsabile Rossella Ducoli -, che oggi accoglie tredici bambini dalle 14 alle 17. Abbiamo un’educatrice e due ragazze del servizio civile messe a disposizione dal Comune. Gli spazi sono adibiti per attività ludiche e all’aiuto nei compiti: attività educativa e relazionale, insomma». È parte di un progetto ben più grande, che chiede all’Arcobaleno l’impegno di 150mila euro: «A marzo partirà la ristrutturazione dei locali della Casa del fanciullo, ma qui a Darfo la nostra cooperativa, con la sua professionalità e le sue figure, punta a potenziare il centro e la sua offerta con nuovi servizi - aggiunge Gabriele Crimella, progettista -. Saranno orientati soprattutto alla psicologia e alla psicomotricità». SERVIZI che rispecchiano la volontà del Comune di Darfo che ha trovato nella coop il partner per sviluppare progetti di inclusione: «Alla cooperativa va un grande grazie - chiude Doralice Piccinelli, assessore alle Politiche sociali - perchè risponde a bisogni specifici del territorio, delle famiglie e dei bambini. Qui trovano le risposte, che sono di accoglienza».