Comunità e Assocamuna soccorrono le famiglie che non hanno un pc

di L.RAN.

L’attività didattica in remoto è una prassi diventata quotidiana in questa primavera dominata dal rischio sanitario, ma nonostante i passi in avanti degli ultimi anni non in tutte le case sono disponibili un computer o un tablet, quindi non tutti i giovani possono essere parte attiva nella scuola digitale. IL PROBLEMA riguarda principalmente le famiglie a basso reddito, ancora di più quelle in difficoltà aumentate proprio a causa della pandemia. A queste si rivolge la campagna lanciata dalla Comunità montana, dal consorzio Bim e da Assocamuna, che insieme hanno lanciato il piano «Un pc per tutti», con l’intento di acquisire, riformattare e consegnare strumenti funzionali ai ragazzi. Gli enti comprensoriali e l’associazione degli imprenditori hanno chiesto a tutti i sindaci della Valcamonica di raccogliere e girare entro le 12 di domani le richieste dalle famiglie fragili che appunto non possiedono un computer. In particolare, ai primi cittadini è stato chiesto di comunicare agli enti comprensoriali il numero dei componenti in età scolare e l’eventuale condizione di disagio nei nuclei familiari richiedenti (se segnalati dai servizi sociali o se in difficoltà temporanea dovuta all’attuale emergenza). Cristina Valgolio della segreteria di presidenza della Comunità (cristina.valgolio@cmvallecamonica.bs.it) riceverà le richieste degli amministratori locali, mentre la Limes farm di Cividate, un’emanazione di Assocamuna e un acceleratore d’impresa mirato, si occuperà appunto della riformattazione dei dispositivi che i ragazzi potranno così utilizzare per la loro attività scolastica, ricevendoli direttamente dai Comuni di residenza. «Molte famiglie sono ancora sprovviste di computer o tablet - spiegano a Breno -. Con questa iniziativa intendiamo colmare lo scarto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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