Eccellenze della Valcamonica. L’«oro rosso» trova nuovi spazi

di Luciano Ranzanici
La coltivazione  dei crocus dai quali si ricava lo zafferano di Valcamonica Andrea Belotti  con i fiori e col prodotto finito e confezionato
La coltivazione dei crocus dai quali si ricava lo zafferano di Valcamonica Andrea Belotti con i fiori e col prodotto finito e confezionato
La coltivazione  dei crocus dai quali si ricava lo zafferano di Valcamonica Andrea Belotti  con i fiori e col prodotto finito e confezionato
La coltivazione dei crocus dai quali si ricava lo zafferano di Valcamonica Andrea Belotti con i fiori e col prodotto finito e confezionato

Da queste parti si può ancora parlare di una attività di nicchia, ancora piccola rispetto alle decine e decine di produttori di piccoli frutti o di piante officinali già attivi. Ma gradualmente, anche la coltivazione del Crocus sativus, il bellissimo fiore da cui si ricava il prezioso (e costoso) zafferano, una pratica molto più impegnativa di quelle citate, sta prendendo piede anche sul territorio della Valcamonica. Lo dimostrano anche i tre amici di vecchia data che si chiamano tutti Andrea, due della città e un Belotti della valle, precisamente di Cevo, che hanno dato vita all’azienda agricola «Grammo rosso» intestata al socio camuno. Già nel 2019, dopo che proprio Andrea Belotti aveva tentato degli esperimenti nell’orto di casa a Cevo mettendo a dimora 150 bulbi biologici toscani, il terzetto di appassionati aveva deciso di acquisire il comodato di alcuni terreni: prima nella località Ocia di Cevo e successivamente nella campagna di Ono San Pietro proprio sotto la Concarena. Due appezzamenti distanti tra loro 25 chilometri. Prima, nell’ottobre del 2015, l’Università della montagna (Unimont) aveva dato vita a Edolo ad alcuni tavoli di lavoro sull’«oro rosso» per promuoverne la produzione e la commercializzazione, e successivamente i tre amici, dopo una serie di analisi, avevano ottenuto la certificazione biologica controllata per la produzione, sempre con il supporto tecnico dall’ateneo edolese. La resa dei due terreni, con un buona e indispensabile pendenza, è diversa, e se a Ocia il fondo non è sassoso e la terra abbonda, le condizioni sono quasi diametralmente opposte a Ono San Pietro, dove sono presenti tante pietre e il terreno è drenante e calcareo, in grado di far fluire l’acqua evitando ristagni. Andrea Belotti sottolinea che la coltivazione e la cura dei bulbi fino al prodotto finito è faticosa, ma la grande passione abbinata ai risultati la fanno passare in secondo piano. «Da noi la raccolta dei fiori si svolge una volta l’anno, dalla fine di settembre alla prima quindicina di novembre - spiega ancora lui che si occupa in prima persona dell’operazione - e si deve ricordare che ne occorrono almeno 200 per raggiungere un grammo di zafferano. Se riuscissimo a raccogliere almeno 450 grammi nei due campi per noi sarebbe un’annata molto positiva». «Il prodotto di Grammo rosso è di prima qualità - assicura il coltivatore - determinato dai poteri amaricante, colorante e odoroso, ed è però gravato da un notevole rischio d’impresa anche perché l’estensione degli appezzamenti è ridotta». Comunque si va avanti, e i tre amici commercializzano con soddisfazione il loro prodotto in valle dopo averlo raccolto, fatto essiccare e confezionato in vasetti, e guardano a possibili margini di ampliamento del mercato, teoricamente molto buoni, legati in particolare alla ristorazione. Poi ci sono i colpi di fortuna: «Alcuni giorni fa il clima freddo aveva inciso sulle piante dando vita a una fioritura ultraveloce - ricorda il produttore -. Un fenomeno che si può ripetere a distanza di poche ore, come è effettivamente avvenuto. In ogni caso, dopo 4 anni si deve necessariamente provvedere all’espianto totale dei bulbi».•.

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