Giovani pellegrini in marcia per la pace

L’arrivo  della marcia dei ragazzi sotto la croce dell’Androla e l’intervento di don Angelo
L’arrivo della marcia dei ragazzi sotto la croce dell’Androla e l’intervento di don Angelo
L’arrivo  della marcia dei ragazzi sotto la croce dell’Androla e l’intervento di don Angelo
L’arrivo della marcia dei ragazzi sotto la croce dell’Androla e l’intervento di don Angelo

Non c’è solo il conflitto in Ucraina a insanguinare il mondo, e in effetti, ieri è andata in scena una marcia per la pace per dire no a tutte le guerre. Sei chilometri risalendo il versante montano che da Demo attraverso Andrista portano al dosso dell’Androla di Cevo, dove troneggia la grande croce del papa. Un cammino affrontato ieri mattina, nonostante la pioggerella, da un centinaio di ragazzini della scuola dell’obbligo della Valsaviore e dai rispettivi docenti sul sentiero della via Crucis ideato dall’associazione El Teler. L’iniziativa è stata promossa dal Museo della Resistenza, dall’Unione dei Comuni della Valsaviore e dal parroco di Cevo, Ponte, Saviore e Valle. «La guerra non è che non serve a nulla: ci fa capire quanto l’uomo è molto indietro - ha affermato il sacerdote -. Facciamo tante conquiste e poi sulle cose fondamentali siamo nudi, perché ci creiamo un’armatura che non ci consente di capire l’altro. E la guerra è questa armatura che indossiamo». Prima di chiudere la camminata col pranzo al sacco, sotto la croce c’è stato un momento di riflessione su quanto sta accadendo nel mondo. «Sono stati cinque minuti molto belli di valutazioni per i ragazzi - ha aggiunto don Angelo -, i quali sebbene non sappiano cos’è, perché la guerra non la vivono, riescono però a recepire la sofferenza dei popoli». A guidare la comitiva lungo il sentiero, insieme al parroco e a numerosi volontari c’era il sindaco di Cevo. «Ci voleva questa camminata - ha detto al termine Silvio Citroni -, abbastanza impegnativa per la lunghezza e perché tutta in salita. Questa piccola difficoltà ci ha fatto pensare a cos’è un conflitto tra nazioni, quanto sia importante la pace e quanto sia bello condividerla con le differenze di ognuno di noi». •. L.Febb.

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