Golgi carente? Il preside replica

Botta e risposta  sulla gestione del «Camillo Golgi»
Botta e risposta sulla gestione del «Camillo Golgi»
Botta e risposta  sulla gestione del «Camillo Golgi»
Botta e risposta sulla gestione del «Camillo Golgi»

Non poteva non replicare al pacchetto di lamentele sulla qualità della vita scolastica, e così, Alessandro Papale, dirigente del Liceo Golgi di Breno, ha offerto una articolata risposta al gruppo di genitori che hanno denunciato le presunte carenze dell’istituto frequentato da 1.234 studenti su sette indirizzi. Replicando all’esternazione anonima, inizia spiegando che risponde «per rispetto del grande lavoro che tutto il personale del Liceo sta svolgendo e ha svolto in questi difficilissimi periodi». Poi assicura di aver sempre risposto alle richieste e alle sollecitazioni di studenti e famiglie, senza sottrarsi al confronto, e infine replica alle critiche punto per punto partendo dalle classi troppo numerose: «Il numero massimo di studenti per classe non è determinato dalla scuola ma dalla norma, e per gli standard degli edifici scolastici le nostre aule sono sufficientemente capienti per accogliere tutti, anche se, per fortuna, a breve partiranno dei consistenti lavori di ampliamento». La carenza di insegnanti? Papale spiega che «il ritardo nella nomina non può essere imputato alla scuola essendo gestito a livello provinciale. Quest’anno poi si è creata una situazione complessa per tutti: basti sapere che a oggi non riusciamo a trovare un docente di matematica e uno di scienze». I trasporti? Il preside del Golgi è telegrafico: «Abbiamo chiesto di avere orari delle corse conformi ai nostri, ma dalla Provincia ci è stato risposto che non è possibile», mentre sul non funzionamento della settimana corta ricorda che «l’affermazione non corrisponde al vero. Abbiamo condotto un’indagine di gradimento su tutte le terze, che ha visto il 67% degli studenti e il 62% dei genitori esprimersi in maniera favorevole». Sulla mancanza di uno spazio per consumare i pasti, Papale spiega che «la scuola non è dotata di mensa e non è questo un servizio che dobbiamo garantire. Abbiamo a disposizione il bar dell’istituto ma non ci sono altri spazi, essendo talmente cresciuti nel numero di iscritti (7 anni fa erano poco più di 800) che, per mantenere tutte le classi nelle nostre sedi, siamo stati costretti addirittura a rimodulare la sala insegnanti». Infine il rilievo mosso sul ritardo nella pubblicazione, «a orari inverosimili», delle circolari sull’organizzazione oraria: «Qui c’è un gruppo di persone che si sta sacrificando fino a tarda sera anche per riuscire a predisporre le circolari».•. L.Ran.

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